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E la festa continua! di Robert Guediguian

E la festa continua! di Robert Guediguian-

 Penso che il solo modo per fare oggi film, ancora autenticamente di sinistra e al contempo fare film meravigliosi, sia quello di Robert Guediguian. Lontano dagli intellettualismi ammuffiti di Nanni Moretti e dallo schematismo naturalistico di Ken Loach, il grande autore di Marsiglia parla di politica in modo assolutamente umanistico, privato e poetico. Anche nel suo nuovo Capolavoro ET LA FETE CONTINUE! intreccia come già in GLORIA MUNDI, persone e idee in modo strettissimo, con un’osservazione delle vite così mirabilmente sensibile da trasformarle, modellarle, condurle verso versanti che da ideologici diventano inaspettatamente umani, civili e sociali in senso privatissimo. Rosa, la sempre gigantesca Ariane Ascaride, complice artistica e compagna di vita di Guediguian, è un’ infermiera prossima alla pensione, capolista alle elezioni comunali dei verdi. Come lei stessa dice al fratello: comunista sei  rimasto solo tu! Ma mettere insieme un programma politico per una che ci crede come lei non è facile; finché conosce il padre (Jean-Pierre Darroussin magnifico) della futura nuora e lei, vedova da molti anni, si innamora di nuovo. Ed è proprio amando e anche sessualmente aprendosi di nuovo alla vita, che trova il suo vero equilibrio politico. Dare amore, non solo idealizzare un’idea di dare. E qui il film, pur mantenendo l’andamento di una sublime rapsodia composta da tanti personaggi, svetta nella costruzione di un personaggio di una sincerità assoluta e disarmante. Rosa, che, mentre nuota si chiede se voglia ancora impegnarsi politicamente o se invece voglia dare amore nell’ultimo scorcio della propria vita e così diventare ancora più vera e autentica. Un po’ come tutti i personaggi, i figli, la futura nuora, il fratello, la giovane infermiera, al bivio delle loro esistenze, che troveranno un modo personale di renderle Guediguian inoltre fa politica con un’armonia visiva e musicale di livello altamente emotivo, usando le musiche di Schubert (la danza notturna e aerea dà i brividi), Mozart,Aznavour e il Georges Delerue de IL DISPREZZO di Godard. E la circolarità attorno al crollo di un palazzo popolare di Marsiglia e alle proteste avvenute anni dopo, ha una teatralizzazione così importante da divenire quasi liturgica. Proprio come il monologo finale di Rosa nell’arena, sulle parole di Rosa Luxembourg. Forse lascerà il partito forse no, ma avrà comunque detto ai componenti delle fazioni di sinistra che a loro degli ideali non frega nulla, ma sono solo interessati alla propria affermazione personale. Parole che arrivano come sassate, ma anche moniti e stimoli visto che a Marsiglia una donna di sinistra ha veramente buttato giù la giunta di destra che dominava da 35 anni.

 

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