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Forum le sfide della città: Donne In c’era

Le sfide della città: Donne In c’era

I giorni 25 e 26 gennaio, a BASE MILANO, si è tenuto il Forum Welfare 2024 organizzato dall’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Milano. Un momento importante di confronto tra il Comune e i Municipi, le altre istituzioni territoriali sanitarie, scolastiche , il terzo settore, le fondazioni e il mondo universitario, sui temi fondamentali che attraversano la vita sociale della città quali, l’invecchiamento progressivo della popolazione e le sue prospettive, l’immigrazione, con il problema emergente dell’aumento della presenza di minori non accompagnati (circa 1500 nella sola città di Milano), il disagio giovanile, l’urgenza di una concreta attuazione della legge sulla disabilità e una progettualità collettiva per la riduzione delle disuguaglianze.

Il filo rosso che unisce è la mancanza di risorse in una società che vede progressivamente aumentare la percentuale di poveri assoluti, mentre i campi da affrontare sono tanti: i giovani, in una società dove il disagio è crescente, soprattutto dopo il COVID, e dove gli accessi per problemi neuropsichiatrici sono molto aumentati dal 2019, in particolare nelle femmine, e dove l’impatto dei social ha un ruolo spesso maggiore delle famiglie, la casa, vista come base per un valido inserimento sociale, gli anziani le cui necessità devono trovare risposte in un rinnovamento delle situazioni abitative (housing sociale, diffusione della domotica nelle case, rinnovamento delle RSA e dei centri anziani) e socio-sanitarie (implemento della domiciliarità integrata e del servizio sociale).

DONNE IN è stata invitata al Forum per un intervento nel Panel sull’Invecchiamento (Invecchiamento: come ci prepariamo al futuro?).

e attraverso Myriam Bergamaschi ha offerto una testimonianza critica e costruttiva, sottolineando il nostro lavoro per la diffusione di una cultura delle donne che invecchiano. Poco si sa dell’invecchiamento, anche se ora se ne parla tanto, spesso però è visto come una cosa marginale, e nessuno si pone il pensiero che l’invecchiamento entra nel ciclo della vita, è parte della vita. L’invecchiamento delle donne è diverso da quello degli uomini sotto molti aspetti e questa distinzione è necessaria anche nell’attuazione di progetti specifici per la popolazione anziana. La non omogeneità si esprime nella storia lavorativa e famigliare delle donne, che le porta ad avere meno reddito, ad essere più malate e fragili, anche se vivono più a lungo, ad essere più sole. Bisogna quindi superare il luogo comune che i vecchi siano tutti uguali, distinguendoli solo tra attivi e non attivi/non autosufficienti. A questa netta polarizzazione bisogna guardare con sospetto perché anche nelle politiche sociali da attuare dobbiamo avere ben in mente che tra gli attivi e i non autosufficienti esistono molti stadi e si passa da attivo a non autosufficiente in tempi e modi molto differenti tra loro.

I vecchi vengono osservati e considerati una massa indistinta, a differenza di altre fasce di età. Noi cerchiamo in specifico di capire cos’è l’invecchiamento per le donne. Come nel loro vivere quotidiano superano le tristezze, senza definirle depresse per forza, entrando in una spirale di medicalizzazione senza distinzione. Conosciamo poco le persone anziane, cosa fanno, come vivono, cosa pensano. La prima cosa da fare, anche in progetti intergenerazionali, è far conoscere la vecchiaia come fase della vita. È quindi auspicabile che, come proposto dall’Assessore alle politiche sociali, si avvii un Tavolo Anziani dove le diverse realtà cittadine, che lavorano attorno all’invecchiamento a vario titolo, portino il loro contributo e la loro concreta progettualità.

Al Panel sono state interessanti considerazioni sui progetti che potranno per dare risposte innovative alle principali problematiche del progressivo invecchiamento della popolazione. L’Italia, e di conseguenza anche Milano, invecchia progressivamente. Sta aumentando soprattutto la fascia >80 e >100 anni, ne consegue che aumentano le persone con maggiori problemi di salute e di autonomia. Inoltre, rispetto a prima, stanno aumentando anche gli anziani tra gli immigrati. Peraltro, gli attuali anziani, se facciamo una fotografia attuale, hanno una maggiore scolarizzazione delle generazioni precedenti e bisogni economici minori rispetto al passato, data la possibilità di aver potuto usufruire di un sistema pensionistico tutelante. Ciò però non durerà molto poiché i prossimi anziani saranno più poveri, sia per le modifiche ai sistemi di calcolo delle pensioni, sia per percorsi lavorativi più frammentati nel tempo. Questo deve portare ad una visione modulata nel tempo che verrà.

Gli anziani, tanti, saranno più poveri, più soli, meno autosufficienti e fin da subito è necessario lavorare su prevenzione, educazione, stili di vita. L’ente locale ha un ruolo fondamentale di promotore, ma deve avere un ruolo di regia, non delegando soltanto a terzi, ma promuovendo dialoghi costruttivi e organizzativi con le realtà cittadine.

Per affrontare tutto questo sono necessarie risorse, collaborazione e integrazione  tra gli attori che operano nei vari settori; Milano offre moltissimi servizi, ha eccellenze in numerosi e svariati settori, ma se è necessario che le eccellenze vengano sostenute e non livellate, è necessario che si lavori fortemente su tutto ciò che è contenuto nel “cono d’ombra”, investendo sulla promozione e sulla prevenzione, affrontando non solo le emergenze, ma producendo un continuo ed accurato lavoro sulle reti a maglie sempre più strette, integrando tra loro le varie realtà cittadine.

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