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Da guardare: Il bambino nascosto di Roberto Andò

Aristocratico come GRUPPO DI FAMIGLIA IN UN INTERNO di Luchino Visconti ed elettricamente rivelatore come GLORIA di John Cassavetes, il film stupendo che Roberto Andò ha tratto e sceneggiato (col raffinato Franco Marcoaldi) dal suo romanzo omonimo è un kammerspiel. Nell’appartamento pieno di cultura del maestro di pianoforte Gabriele Santoro si rifugia Ciro, un bambino di 10 anni che la camorra vuole uccidere per vendetta. Gabriele ha lasciato le sue origini altoborghesi per i Quartieri Spagnoli napoletani, dove confondere la sua omosessualità molto privata fra un’umanità fuori dalle regole. Ma resta un corpo estraneo, distaccato dalla vita che illegalmente gli scorre accanto. Sarà Ciro a dargli consapevolezza e vero coraggio. Silvio Orlando è monumentale nella più grande interpretazione maschile vista quest’anno sullo schermo, in un mix fra i giganti Burt Lancaster (GRUPPO DI FAMIGLIA) e Gena Rowlands (GLORIA) creando un personaggio di assoluta potenza trasformativa.

Incredibile quanto il Cinema possa entrarti sottopelle e lì restare, creando cortocircuiti e fulminanti in/certezze; perché IL BAMBINO NASCOSTO, film segreto e sotterraneo (come i sottopassaggi dei palazzi un tempo fastosi di Napoli), conduce in zone nascoste e incerte vincendo sulle certezze del sangue che oggi, come ieri, non contano più. Conta l’Amore punto. Di cui parla in una scena sublime, il sublime Roberto Herlitzka, padre di Gabriele ed ex magistrato, che al termine della vita afferma che se dovesse scegliere fra la giustizia e l’amore sceglierebbe l’amore. Il film davvero magnifico è tutto lì e non c’è altro da aggiungere se non che è una verità assoluta.

Carlo Confalonieri

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