Il ‘monitoraggio ambulatorio’ della pressione arteriosa è la metodica di riferimento per una stima accurata della pressione arteriosa. La tecnica consiste nella misurazione automatica nel corso delle 24 ore, ad intervalli prefissati (in genere ogni 15-20 minuti), della pressione arteriosa mediante un misuratore automatico da braccio. Rispetto alla misurazione in ambiente clinico, il monitoraggio ambulatorio della pressione arteriosa ha il vantaggio di essere quasi completamente esente dall’effetto camice bianco e di permettere una stima del livello pressorio del soggetto in condizioni dinamiche, con un valore prognostico superiore a quello della pressione arteriosa clinica.
Esso permette inoltre, di identificare i vari fenotipi pressori, tra i quali spiccano per importanza l’ipertensione mascherata, una condizione caratterizzata da valori pressori normali in ambiente clinico ed elevati nel corso delle 24 ore ed associata ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari, e l’ipertensione da camice bianco (valori elevati in clinica e normali nelle 24 ore), una condizione più innocua, ma che può essere causa di errata diagnosi di ipertensione arteriosa.
È noto come la pressione arteriosa sia modulata nel corso della vita in maniera differente tra i sessi, a causa di differenze nei meccanismi di controllo neuroendocrino del circolo. Di fatto la prevalenza di ipertensione arteriosa è meno frequente nelle donne rispetto agli uomini prima della menopausa, mentre supera quella degli uomini dopo i 65 anni di età, associandosi inevitabilmente ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari (in particolar modo infarto miocardico e ictus).
Al momento sono pochi gli studi che hanno analizzato possibili differenze tra i sessi nel controllo pressorio delle 24 ore. Il più rilevante di essi, condotto in Spagna su 29.148 soggetti (48% donne), ha documentato una più elevata frequenza di ipertensione da camice bianco ed una minore prevalenza di ipertensione mascherata nelle donne. Tuttavia, questo ed altri studi basati su campioni più piccoli, non hanno mai sistematicamente analizzato nel dettaglio differenze nelle complesse componenti del profilo pressorio delle 24 ore, la cui conoscenza potrebbe aiutare a migliorare la gestione dell’ipertensione arteriosa e prevenire efficacemente gli eventi cardiovascolari.
Nello studio TEMPLAR (TEleMonitoring of blood Pressure in Local phARmacies– www.templarnet.org – progetto promosso dall’Istituto Italiano di Telemedicina e patrocinato dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa e dalla Società Italiana di Medicina Generale) sono state analizzate registrazioni della pressione arteriosa ottenute in 52.911 soggetti (54% donne). In questo studio, che rappresenta il primo su larga scala del suo genere, il controllo pressorio nel corso delle 24 ore e nei sottoperiodi diurno e notturno era migliore nelle donne, che tuttavia mostravano una variabilità pressoria aumentata, condizione che può esporre ad un aumentato rischio cardiovascolare a parità di valori pressori medi.
Di contro gli uomini mostravano un ridotto calo pressorio notturno ed un marcato incremento pressorio mattutino (al risveglio), condizioni entrambe associate ad un aumentato rischio cardiovascolare. Per quanto riguarda le differenze dei valori pressori, la prevalenza di ipertensione arteriosa sostenuta (elevata sia in ambiente clinico che nelle 24 ore) e mascherata era maggiore nei maschi (47% e 16% rispetto a 31% e 14% nelle femmine) e quella dell’ipertensione da camice bianco nelle femmine (17% rispetto a 13% nei maschi). Le differenze tra i sessi nei livelli e nei profili pressori delle 24 ore erano confermate in tutti i sottogruppi ad alto rischio cardiovascolare che includevano pazienti in trattamento antiipertensivo, diabetici, dislipidemici e pazienti con precedente malattia cardiovascolare.
L’analisi ha quindi evidenziato l’esistenza di complesse differenze tra i sessi nei profili pressori ambulatori, con un quadro in genere migliore nelle donne rispetto agli uomini, ed ha confermato l’importanza del monitoraggio ambulatorio della pressione arteriosa come strumento per rendere la diagnosi di ipertensione arteriosa più accurata. La conoscenza di tali differenze tra i sessi può aiutare il medico a personalizzare la gestione del paziente iperteso.