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“Ci prendono per fessi” di R.J.Shiller e G.Akelorf ed. Mondadori

Quando leggiamo i dati delle persone che si rovinano con il gioco d’azzardo e vediamo quante sono le donne, quanto le nostre coetanee, ci si stringe il cuore. Non perdono tutto ad un tavolo di gioco, con amici o conoscenti, ma tutte sole, in luoghi in po’ bui e squallidi, davanti allo schermo di una macchinetta o grattando un cartoncino… tutti promettono soldi facili e immediati, senza che ci sia bisogno di essere esperte giocatrici o di avere buone carte… basta un click che dura un secondo e la sentenza arriva.

In genere hanno le giocatrici d’azzardo una bassa scolarità e un basso reddito e “giocano” da sole, senza condividere con nessuno questo momento di brivido: vergogna? Irritazione verso le inevitabili critiche? Voglia di non condividere il malloppo e di stupire i familiari con una insperata disponibilità economica. Tutto ciò e molto di più e come dicono le associazioni che si raccolgono intorno alla campagna di contrasto alla dipendenza dal gioco d’azzardo “mettiamoci in gioco”; non è una questione di solitudine, abbandono, deriva sociale, ma di precisi condizionamenti studiati a tavolino per stimolare la dipendenza dal gioco d’azzardo.

Il Covid ha chiuso i luoghi dove si può giocare e le rilevazioni dicono che il gioco on line non è aumentato, a conferma del fatto che questi giocatori non si sono convertiti all’azzardo on line: hanno solo smesso per tutto il tempo della pandemia. Quindi le misure di contrasto del fenomeno sono emerse da sole e le ragioni che spingono al gioco anche. Naturalmente i produttori e i gestori degli strumenti di gioco, richiamano immediatamente alla perdita di posti di lavoro nel caso si togliessero di mezzo tutti queste “opportunità di svago” e anche solo se li si regolamentasse per cercare di contenere i danni.

Davanti a noi abbiamo lunghi mesi estivi che potremmo impiegare, invece che ad analizzare le “ragioni che spingono il giocatore” a rovinarsi, a leggere un libro molto interessanteCi prendono per fessi : L’economia della manipolazione e dell’inganno di Robert J. Shiller, George A. Akerlof, due premi Nobel che partono dagli studi che stanno alla base della creazione di condizionamenti psicologici che favoriscono l’arricchimento (qui l’etica come leggerete non c’entra) di una certa industria, lavorando sulle fragilità dell’individuo. E il gioco d’azzardo ha un grosso ruolo in queste proiezioni.

Una lettura che vi consigliamo: ecco la una sintesi della recensione a cura di Mondadori

I due premi Nobel dell’economia, George Akerlof e Robert Shiller, sostengono che i mercati ci procurano tanti danni quanti benefici, e lungi dall’essere fondamentalmente benigni sono intrinsecamente disseminati di trappole e di esche cui finiamo per abboccare. Perché ogni volta che c’è un profitto da ricavare, i venditori non esiteranno a sfruttare le nostre debolezze psicologiche, la nostra superficialità e la nostra ignoranza per manipolarci e piazzarci la loro merce al prezzo più alto. È più che legittimo, quindi, applicare all’intero ambito dell’economia quella nozione di “phishing” nata fin dagli albori di Internet per definire il raggiro online, la “pesca degli ingenui” cui carpire informazioni, dati e, in definitiva, denaro.

Ma mentre quella compiuta in rete è un’azione illegale, un reato perseguito per legge, in economia è da sempre una pratica comune e indiscussa: raggirare ed essere raggirati è parte integrante dei rapporti fra gli attori del mercato. Per dimostrare la loro tesi, Akerlof e Shiller riportano una gran quantità di aneddoti ed episodi che rivelano come il phishing riguardi chiunque e ogni aspetto della nostra vita. spendiamo tutto il nostro denaro e poi ci preoccupiamo di come arrivare a fine mese; siamo, spesso senza saperlo, succubi della pubblicità; paghiamo troppo l’auto, la casa e le carte di credito; compriamo farmaci che si rivelano inefficaci, se non addirittura dannosi.

I due autori forniscono un contributo importante alla spiegazione del paradosso per cui in un’epoca come la nostra, in cui la produzione di ricchezza ha raggiunto livelli senza precedenti, tanti continuano a condurre una vita di miseria e di silenziosa disperazione.

Robert J. Shiller, economista e professore all’Università di Yale, ha vinto il premio Nobel nel 2013. È autore del best seller Euforia irrazionale, pubblicato in Italia dal Mulino nel 2000.
Insieme a George A. Akerlof è autore di Spiriti animali. Come la natura umana può salvare l’economia, pubblicato in Italia da Rizzoli nel 2009.

George A. Akerlof, economista e professore all’Università di Georgetown, ha vinto il premio Nobel per l’economia nel 2001.
Insieme a Robert J. Shiller è autore di Spiriti animali. Come la natura umana può salvare l’economia, pubblicato in Italia da Rizzoli nel 2009.

 

 

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