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Attente al nostro cuore

Attente al nostro cuore… 

Nel dicembre 2013 un’importante giornata dedicata alla Cardiologia di Genere è stata promossa dalla Fondazione per il Tuo Cuore – HCF Onlus e dall’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) con l’attivazione di un Infopoint; l’iniziativa è stata seguita dall’organizzazione di un’ulteriore giornata dedicata al medesimo aspetto proprio nel giorno del “cuore”, il 14 febbraio 2024, nell’ambito del progetto “Cardiologie Aperte”, con particolare attenzione alle donne ed ai fattori di rischio relativi al genere.

Le numerose Cardiologie che hanno aderito al programma di prevenzione hanno partecipato con mezzi comunicativi differenti: opuscoli informativi, dibattiti sul tema, counselling su argomenti di genere specifici anche mediante una diffusa e capillare capacità di ascolto, organizzata tramite un numero verde operativo per una settimana.

Il principale obiettivo, anche in questo settore, è quello di promuovere lo sviluppo della conoscenza nel settore medico scientifico di genere.

Le donne sembrano meno capaci degli uomini di riconoscere in tempo il principale campanello d’allarme dell’infarto, cioè l’angina pectoris, dal momento che i sintomi si presentano in modo diverso rispetto agli uomini.

Gli operatori non consapevoli di queste differenze non riconoscono questi sintomi o li riconducono a un’influenza o a problemi gastrici.

Spesso alcuni sintomi vengono sottovalutati o misconosciuti, è quindi importante che le donne possano rivolgersi al medico o agli ospedali sapendo di essere ascoltate e valutate attentamente per ciò che riferiscono affinché non vengano ritardate terapie farmacologiche o interventistiche che possono salvare la vita, diminuendo morbilità e mortalità femminile.

Le donne non rappresentano una popolazione a basso rischio cardiovascolare. Anche se l’infarto del miocardio è meno frequente nel sesso femminile rispetto a quello maschile, nelle donne si manifesta in età più avanzata. (perdita effetto protettivo estrogeni).

Le malattie cardiovascolari (dall’infarto all’aterosclerosi) hanno sempre spaventato più gli uomini che le donne, in realtà è invece molto importante che le donne siano consapevoli dei rischi e dei sintomi di malattia cardiaca perché la mortalità, nei successivi 12 mesi dopo infarto e dopo ictus, è maggiore nelle donne rispetto agli uomini.

L’obiettivo del futuro è l’implementazione nella pratica clinica dei percorsi diagnostico-terapeutici specifici in modo da ottimizzare anche la programmazione sanitaria, l’appropriatezza e l’efficacia delle terapie e contribuire a garantire sempre equità delle cure, base fondamentale del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

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