La più celebre storia d’amore durante una pandemia, quella del 1348, è stata scritta da Francesco Petrarca. Nel Canzoniere il poeta canta il proprio amore per Laura, idealizzata figura femminile.
Nella pandemia del 2020-21 le storie d’amore sbocciate nel periodo del covid 19 si leggono su internet, sui social, nella stampa; scorrendole sembra di poter intuire che gli autori sono persone piuttosto giovani che narrano storie e incontri divertenti. Ma, non sempre. Trovare l’amore non è mai stato semplice, e nell’anno passato la separazione e la paura non hanno certo aiutato.
Io sono stata attratta dalla storia di una signora over 75 che dopo 30 anni di convivenza ha deciso di sposarsi.
Racconta la protagonista che la pandemia ha cambiato il suo rapporto sentimentale. Trenta anni fa lei e il suo partner avevano deciso di rendere stabile il loro rapporto; ma, avendo ciascuno una propria casa in due diverse regioni, alternavano periodi di vita indipendente con periodi di convivenza continuativa. Durante la pandemia non è stato più possibile farlo, perché le operazioni più semplici si sono complicate; la mobilità, resa difficile dalle misure sanitarie, è stata fortemente ridotta sicché ne sono state ostacolati stili di vita, convivenze, relazioni, soprattutto quando uscivano dai canoni tradizionali.
Le distanze durante la pandemia sono diventate un ulteriore ostacolo agli incontri e alle relazioni. Ed è cambiata la stessa percezione delle distanze che prima della pandemia ci sembravano facilmente superabili; le innumerevoli opportunità di viaggi e addirittura la globalizzazione accorciavano le misure spaziali e nulla pareva ostacolare il riavvicinamento tra le persone.
Dunque, ripensare a scelte fatte decenni prima è diventato impellente: “Troppe difficoltà”, dice la narratrice, la quale aggiunge che in queste condizioni gli eventuali problemi di cura, o le ospedalizzazioni non possono essere affrontati senza avere uno status definito secondo le regole vigenti. Antico problema che ritorna con prepotenza appena si riaffacciano delle difficoltà. “Sposandoci semplifichiamo il nostro vivere” conclude.
La narrazione degli amori ha nell’attuale pandemia platee sconosciute e vie originali per farsi leggere o per raccontarsi. Petrarca e altri narratori appaiano molto lontani, tuttavia ci fanno sognare e immaginare. Ne scrive Anna Russel, la quale ci introduce in ambiti inusitati con racconti di storie d’amore occorsi durante il lockdown e lo fa attraverso l’originale progetto dell’artista inglese Philippa Found.
Le storie da lei raccolte mettono in luce le nostre inquietudini, gli sforzi e anche l’ironia nella ricerca dell’amore in tempi difficili; e a continuare a fingere di credere che la peste possa venire e andarsene – come scrive Albert Camus in “La peste”– “senza che il cuore dell’uomo ne sia modificato”.
Lo scenario delle storie di Found è Londra. “(…) In mezzo alla solitudine e alle sofferenze sentimentali del lockdown, Philippa Found è diventata un’esperta degli affari d’amore in tempi di pandemia. Nello scorso anno ha raccolto più di novecento testimonianze scritte di amori ritrovati, perduti, o di amori precedenti di cui le persone hanno sentito la mancanza.
Il progetto dell’artista Found è intitolato “Lockdown Love Stories”. Durante il primo lockdown in Gran Bretagna, lo scorso maggio, Found ha aperto un Web Site dove le persone potevano raccontare le loro storie d’amore in modo anonimo. Potevano essere storie brevi o lunghe, riguardanti un partner romantico o un amore platonico. Ha fatto pubblicità al suo progetto scrivendo il nome del sito internet con un gessetto sull’asfalto nel suo quartiere e in altri vicini. Ha raccontato che voleva creare anche un momento di riconoscimento per il lettore. In modo che chi lo leggeva potesse reagire così: oh mio dio, è come me! Son contenta di non essere solo io!
Un anno dopo Found ha di nuovo scribacchiato il nome del suo progetto “Lockdownlovestories.com” sempre con un gessetto in quasi tutti i maggiori parchi di Londra, nei punti dove la gente tende a soffermarsi: posti scenografici, incroci di sentieri, costruzioni esterne, gelaterie e pubbliche toilettes. A partire dallo spazio verde a lei vicino (Camden) ha portato le sue scritte in gessetto molto più lontano, con l’aiuto di una quarantina di volontari, la maggior parte dei quali aveva conosciuto tramite Instagram.
Già a novembre (2020) le storie che Found aveva raccolto cominciarono ad apparire nella metropolitana di Londra. Sulla Piccadilly line si leggeva: “Dove sono gli uomini che prestano cure, leali, affidabili, onesti? Qualcosa di questo genere c’è ancora?”. Su uno spazio dedicato agli annunci quotidiani di Willesden Green era scritto: “in lockdown ci si annoia molto. Ma io sono contento di annoiarmi con te”. Sotto uno dei distributori di biglietti a Morden, proprio sotto la scritta “fuori servizio”: “Mi manca qualcuno che non era pronto a innamorarsi, ma era pronto ad accettare tutto quello che io davo”.
Alcune storie si leggono come romanzi di un distopico racconto futuristico. I protagonisti conducono le loro vite in un malessere mortale che finisce per essere percepito come un luogo comune. Gli affari vengono descritti con il metro temporale delle restrizioni governative: Ci siamo incontrati nel Lockdown, entrammo insieme nel Lockdown. Molti autori sottolineano le regole: “Per venire da me al nostro primo incontro viaggiò (quando era legale farlo) da casa sua e io non mi sono mai sentita così presa da qualcuno”, ha scritto una persona. Un altro confida: “Abbiamo parlato di costruirci un luogo ‘intimo’. Lui era d’accordo e anch’io”. Un altro si era innamorato di una donna, ma non l’aveva mai incontrata di persona. “Sette settimane di appuntamenti video, lunghe telefonate, e migliaia e migliaia di messaggi in WhatsApp. Il desiderio di infrangere le regole era fortissimo”.
Alcune storie sono confessioni; altre sono candidamente spensierate. Uno afferma: “Andai a un party in una casa durante il lockdown e mi ubriacai senza necessità… che cos’altro c’era da fare?”.
L’epica promessa di voti nunziali
Nelle storie il virus diventa un punto centrale decisivo. Una persona racconta: “Io sono finito bloccato in questa casa dal momento che un mio conoscente aveva contratto il covid-19”. “Penso che ciò ha reso la nostra relazione naturale; fin dall’inizio ci siamo resi conto che potevamo stare uno con l’altro continuamente ed essere felici”. Qualcun altro dovette lasciare il suo appartamento durante il lockdown perché il proprietario stava conseguendo il divorzio (dovuto al Covid1, credo) e finì con l’innamorarsi della nuova coinquilina. “Iniziò il lockdown 2.0, ci trovammo bloccati in casa, passavamo 24 ore alla settimana insieme e ne godevamo ogni minuto. Lunghe camminate, meravigliosi pranzetti cucinati in casa, giochi di squadra, film alla notte, bottiglie di vino e tanti ricordi più tardi. Fu inevitabile, non potei fare a meno di innamorarmi”.
Qualche volta osserva Philippa Found il lockdown crea effetti ingannevoli, o rivela fatali debolezze del rapporto. Quando le restrizioni governative si sono allentate per brevi periodi, alcuni autori hanno trovato che le loro relazioni erano meno entusiasmanti di quando facevano incontri in collegamento su piattaforme digitali. Qualche volta erano spaventati dal virus. Oppure si ritrovavano aggrappati ad esso. Uno dei testimoni ebbe degli appuntamenti con un uomo alcune volte quando le restrizioni erano lievi. Quando le restrizioni divennero ancora minori, l’uomo si mostrò annoiato e scomparve. La sua scusa era che trovava il lockdown troppo duro – spiega l’autore – ‘Niente sciocchezze, era abbastanza leggero quando ti conveniva; non dar la colpa alla pandemia per il tuo comportamento irriguardoso, sei proprio un pirla’.
(…) Mentre il progetto acquistava visibilità, Found passava i giorni facendo scritte col gesso; suo marito, Simon, incominciò a inviarle brevi storie anonime. (“Io voglio ricordare questo tempo lento e rinchiuso almeno per due anni. Spero che ci riusciamo. Ti amo”). Una volta, mentre lei stava lavorando a notte tarda, arrivò una storia particolarmente dolce. Erroneamente lei pensò che venisse da lui. Era così: ‘Mi sono di nuovo innamorato di te, moglie mia. Voglio solo dirti che tu sei una persona meravigliosa’. (….) Ma non era Simon!
Found mi disse di aver inviato una delle sue storie d’amore al progetto quando incominciò: ‘Sono partita dal fantasticare sui miei ex amori per arrivare a sognare di mia mamma ’ – scrisse in una di queste storie e ‘Scommetto che se voi ne prendete abbastanza le distanze il vero amore della vostra vita emergerà sempre’.
Anna Russel, The New Yorker, 16 Aprile 2021