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LE VELE SCARLATTE di Pietro Marcello

Realismo Magico, Favola Nera, Verismo Pittorico…tutto si fonde in cifra maiuscola nel nuovo e più perfetto film di quell’autore anomalo e audace che è Pietro Marcello.

Che qui trova il giusto incanto, la piena maturità semplificando la complessità del suo Cinema stratificato fra finzione e documentario, fra realismo e sogno. Dalle pagine del romanzo del russo Aleksadr Grin del 1923,

Marcello estrae una storia di femminile e maschile archetipici come nelle fiabe. Raphael (Raphael Thierry) creatura tra terra e uomo torna dal fronte della Grande Guerra e scopre che l’amata moglie è morta (vittima di uno stupro) dopo aver partorito la loro figlia Julitte (da adulta l’incantevole Juliette Jouan, così simile alla nostra bravissima attrice teatrale Francesca Poggi) che Adeline, fattrice e strega buona (l’immensa Noemie Lvovsky da poco vista grandissima anche nel nuovo magnifico film di Alain Guiraudie “Viens je t’emmene”) gli consegna in fasce dopo averlo accolto nella sua fattoria. Raphael diverrà il migliore ebanista, che trasmetterà a Juliette le sue arti, anche quella musicale. Adeline a sua volta le donerà una visione magica e fattiva insieme della vita, la sua stregoneria bianca e il suo essere donna indipendente.

Sicché quando Juliette adulta incontrerà l’amore in un pilota (Louis Garrell) che viene dal cielo come ne “Il piccolo principe”, saprà amarlo ma anche separarsene per intraprendere il suo “volo” (“L’envol” è il titolo originale) dopo che avrà finalmente visto arrivare “le vele scarlatte” predette dalla maga bislacca dei boschi, la sempre sublime Yolande Moreau.

Sullo sfondo resta un’epoca lontana di violenza bellica e privata (che rimanda comunque a quella di oggi, attraversata da guerre, dove lo stupro -un tentativo è filmato stupendamente da Marcello come un dipinto notturno in movimento- è ancora mostruosamente presente) talora affidata a spezzoni documentaristico, talora alla ricostruzione attraverso l’immagine pittorica del grande fedele operatore Marco Graziaplena che rimanda a Fattori e Segantini.

Prima produzione francese e omaggio al Cinema d’oltralpe anni 30/40 (da Renoir a Duvivier, da Pagnol a Rene Clair) nonché al musical magico di Jacques Demy, il piccolo Capolavoro di Pietro Marcello incanta in ogni istante. Con quella magia del Cinema puro, vero, assoluto. Magnifico

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