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Da guardare: Il Sol dell’avvenire (a chi è piaciuto)

Dopo la parentesi di Tre piani (2019), unico film tratto da un soggetto non originale, ritorna il Moretti più puro e genuino con una pellicola nostalgica che costituisce un atto d’amore per il cinema.

Un film nel film ricco di riferimenti metacinematografici che risente l’influenza del Maestro Fellini a partire dalle atmosfere circensi. Ma Il Sol dell’avvenire è molto di più: potrebbe sembrare una commedia, ma in realtà lascia quell’amaro in bocca e quella rassegnazione nostalgica tipica del dramma.

Un Moretti che attraverso il suo alter ego Giovanni ritorna al moralismo e al sarcasmo del suo periodo d’oro e che, insieme ad un’intrinseca malinconia ci trasmette un messaggio di speranza che vale la pena vedere.

Il Sol dell’avvenire è un tripudio di citazioni e rimandi cinematografici. Giovanni prima di girare il film deve vedere Lola di Jacques Demy in compagnia della moglie e della figlia, cita Apocalypse Now di Francis Ford Coppola per proporre un esempio esemplare di film in cui la violenza non è fine a se stessa e parla di Anthony Hopkins che, in The Father, non indossa le ciabatte, a rimarcare il suo disappunto, tipicamente morettiano, nei confronti dei sabot.

Ma le citazioni più belle rimangono quelle felliniane, dalla sequenza finale de La dolce vita vista al cinema al circo che arriva a Roma. Innegabile è poi il rimando a 8 1/2  non solo con la parata finale ma anche e soprattutto con il filo conduttore de Il Sol dell’avvenire.

Il Sol dell’avvenire è anche un film di denuncia, non solo politica nei confronti di quel periodo in cui la sinistra italiana era ancora troppo attaccata all’Unione sovietica, ma anche cinematografica. In un esilarante colloquio tra Giovanni, Paola e i vertici Netflix, emerge quell’amaro disprezzo nei confronti di un cinema che si rifugia sempre più nelle piattaforme streaming e che ha bisogno di coinvolgere lo spettatore già dai primi due minuti di visione.

Ma Giovanni e Nanni si scagliano anche contro tutti quei film di violenza che non poggiano su una trama solida, ma soltanto su sequenze di una crudezza fine a se stessa, proprio come il poliziesco che sta producendo la moglie Paola.

In ciò si intravede quella sfiducia che traspare dal volto sconfitto di Giovanni, ma che poi si tramuterà in speranza sul finale di questa preziosa pellicola.

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