Senso di responsabilità, consapevolezza, collettività, informazione, comunicazione, sono tutte parole che nel corso di questo ultimo stravolgente anno sono state dette, ripetute, sbandierate, ma il cui senso profondo, quello che fa sì che facciano parte della struttura di una società, purtroppo, nel corso dei mesi invasi dalla pandemia, hanno mostrato spesso di essere solo delle etichette, delle ‘citazioni’.
Non parliamo ora di tutto quello che abbiamo vissuto, in particolare in Lombardia, la regione della sanità di eccellenza, e concentriamoci su questa fase delicata, ma anche così piena di speranza, la fase del vaccino, e ripercorriamo le parole dell’inizio. Senso di responsabilità, consapevolezza, collettività. La nostra generazione ha potuto godere dei grandi progressi della scienza ed essere protetta finora da malattie, infezioni virali e batteriche e l’età a cui un bambino può aspirare supera gli 80 anni. Ora però l’umanità si trova a fronteggiare una pandemia dovuta ad un virus sconosciuto molto contagioso, letale in particolare per le persone fragili, anziane. Uno sforzo immenso è stato fatto per trovare un vaccino e la velocità con cui è stato possibile approntarlo è dovuta ad un grande impegno scientifico ed economico, che ha permesso lo stanziamento di considerevoli fondi che ha accelerato le fasi attraverso cui tutti i farmaci e i vaccini vengono sottoposti per poi essere utilizzati nella popolazione:
(fase I: piccoli gruppi di volontari sani, di solito tra 20 e 80 soggetti, vengono testati per valutare la sicurezza del vaccino candidato e per determinare il tipo e l’entità della risposta immunitaria che il vaccino provoca. I partecipanti sono monitorati e le loro condizioni sono controllate.
fase II: gruppi più grandi di diverse centinaia di volontari sani, che hanno caratteristiche simili a quelli per i quali è destinato il nuovo vaccino, vengono studiati in studi randomizzati che includono un gruppo placebo di controllo. Gli obiettivi sono studiare la sicurezza del vaccino candidato, l’immunogenicità, le dosi proposte e i metodi di somministrazione.
fase III: i vaccini candidati di Fase II passano, se i dati hanno successo, a studi randomizzati in doppio cieco più ampi, testandoli contro un placebo per valutare la loro sicurezza ed efficacia in gruppi di migliaia di persone, per identificare gli effetti collaterali e per verificare in che misura il vaccino può portare alla produzione di anticorpi, prevenire infezioni e malattie)
Ci troviamo dunque in una condizione eccezionale che richiede senso di responsabilità e senso di collettività e aderire alla vaccinazione, proteggere noi stessi e gli altri, è una priorità a cui forse la società attuale non è più molto abituata. Per questo la qualità, la trasparenza, la semplicità di informazione e la metodologia di comunicazione sono strumenti indispensabili e preziosi per diffondere una coscienza comune rispetto ad un evento che ha scompaginato totalmente le nostre vite. Siamo assaliti da una grande quantità di informazioni, in mezzo alle quali, ad una lettura attenta, ma difficile, possiamo trovare notizie vere, utili, ma anche un flusso di notizie che dicono tutto e il contrario di tutto alimentando perplessità, sfiducia, sospetto e soprattutto diffidenza.
L’opposizione ai vaccini è storia recente, fa parte di un’epoca in cui le notizie vere o false hanno iniziato ad avere una diffusione imponente sui media permettendo a tutti di scegliere quella più consona alle proprie tendenze.
Una comunicazione semplice e diretta può esistere e alcuni medici, scienziati e ricercatori si sono messi a disposizione per spiegare concetti che richiedono anni di studi, di approfondimenti, conoscenze profonde di meccanismi sofisticati (chi di noi finora sapeva cosa era e come funziona l’RNA messaggero? Chi sapeva che attraverso la sua funzione è possibile avere una reazione cellulare contro il vaccino?). Spesso però, come dice un medico di Torino, in una sua puntuale e documentata analisi dell’attuale scomposta opposizione al vaccino, i media hanno giocato male la loro partita, non meglio dei politici, non tanto sul versante dell’informazione, ma sulla gestione dei dibattiti e dei talkshow: “Non mettete uno scienziato a discutere di vaccini con un DJ, una soubrette o un critico d’arte (e stendiamo un velo pietoso sull’ego di qualche collega). Otterremo solo di svilire la scienza e di confondere i cittadini. Per essere chiaro – e un po’ autoritario – non dovrebbe essere consentito. Perché la democrazia non è la libertà di dire qualunque cosa viene in mente, la democrazia è fatica, è studio”. Nella sua lettera vengono toccate alcune delle maggiori critiche insorte contro i nuovi vaccini anti COVID: non si sa cosa contengono, non è stato abbastanza sperimentato, il vaccino con l’RNA messaggero può modificare il DNA, è pericoloso, la gente ha paura, non dicono la verità, gli scienziati sono tutti al soldo di Big Pharma, i vaccini fanno venire l’autismo, non si conoscono gli effetti a lungo termine e poi i negazionisti: è un complotto internazionale…, in realtà quello che iniettano è solo acqua distillata….Non vorranno mica metterlo obbligatorio? È anticostituzionale.
Prendiamo ad esempio due di queste affermazioni: è vero il vaccino è stato sperimentato in tempi molto rapidi. I Paesi che già da alcuni anni lavoravano sull’RNA, quando il virus si è diffuso, hanno messo sul tavolo una quantità immensa di finanziamenti, il che ha permesso di correre molto più velocemente del solito. Sono state rispettate le tre fasi dei trial clinici che sono obbligatorie per qualunque nuovo farmaco, e che vengono monitorate da FDA ed EMA, coinvolgendo centinaia di ricercatori. I dati sono pubblicati e quindi di pubblico dominio, anche se la loro comprensione non è alla portata di tutti per ovvi motivi, ma se accettati a livello mondiale e ai massimi livelli scientifici significa che questi dati sono convincenti. Il fatto che il vaccino possa dare effetti collaterali e quindi essere pericoloso è un’obiezione sensata. Qualunque sostanza introdotta nel nostro organismo può scatenare imprevedibili effetti. Basta leggere il bugiardino di un farmaco qualunque che troviamo in casa, anche quello della tachipirina. Il tema, come per qualunque farmaco, è il rapporto tra rischio ipotetico e beneficio certo: la copertura dei vaccini per il Covid-19 è superiore al 90%. C’è un abisso tra il beneficio (enorme) e il rischio (remotissimo).
Molto semplici ed esplicative sono due trasmissioni, una su Sky TV Pillole di vaccino (La storia dei vaccini e di come sia stato possibile crearne uno anti Covid-19 in meno di un anno. Cinque puntate che raccontano la storia delle pandemie, dei vaccini e degli scienziati che li hanno scoperti, e che spiegano come superare le trappole mentali che sottendono al rifiuto o alla paura di vaccinarsi), l’altra trasmessa su Instagram in cui si spiega chiaramente il meccanismo d’azione del vaccino e molte altre importanti notizie, sfatando alcune fake news come ad es. quella che il vaccino a RNA modificherebbe il DNA dell’individuo o che provoca l’autismo. Ma torniamo alle parole dell’inizio dell’articolo: senso di responsabilità, consapevolezza, collettività, a cui aggiungiamo umiltà. Umiltà non vuol dire necessariamente pronazione cieca, ma il riconoscimento dei propri limiti e di ciò che possiamo sapere e comprendere, tutto questo condotto e accompagnato da una informazione semplice che non potrà mai dirimere tutti i nostri dubbi, ma il dubbio e la conseguente paura dell’ignoto fanno parte del nostro vivere e come dice Hans Jonas: “La paura è un mezzo per prevenire, immaginando un male futuro…. ….pone i soggetti davanti alla loro responsabilità individuale, proiettando i risultati della loro azione collettiva sulle conseguenze per le future generazioni e per il mondo in quanto tale. L’intera umanità, dice Jonas, potrebbe quindi anticipare le conseguenze di possibili disastri e imparare a prevenire il peggio.” Quindi, cerchiamo di imparare le cose giuste, sappiamo che non sapremo e non capiremo tutto, ma ciò che stiamo vedendo è qualcosa di inedito che necessariamente dovrà cambiare la convivenza a vari livelli dei cittadini di tutto il mondo, quindi vacciniamoci e soprattutto pretendiamo che tutti vengano vaccinati.
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