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PILLOLE DI AGEISMO

Non puoi più abitare da sola in questa casa” …“Devi smettere di guidare”

Spesso questo genere di dialoghi testimoniano il  conflitto tra la famiglia e l’anziano/a. Il muro diventa insormontabile e la famiglia per evitare il  conflitto, rimanda l’intervento. Il problema si cristallizza fino a che ci si ritrova in una crisi acuta. La famiglia è impotente e anche il personale specializzato nella cura degli anziani, non è in grado di “negoziare” di fronte a forme di resistenza sorda a tutto. Indagare questa “insensata” resistenza fa parte dello sforzo che bisogna fare per rispettare l’anziano che ci sta preoccupando. Prima di tutto non ogni sintomo di debolezza o fragilità è un sintomo di demenza o di decadenza e quindi di incapacità di autodeterminarsi: ci sono ragioni alla base dei comportamenti che vanno ascoltate e comprese per poter fornire un’alternativa. E poi esiste l’arte della negoziazione che non ha  l’obiettivo di stabilire “vincitori e vinti”, ma di risolvere i conflitti cercando di capire e spiegare le rispettive posizioni. “Io ho ragione e tu hai torto”. “Io sono tua figlia e quindi decido io” sono un’aggressione che nessuno può sopportare, tantomeno chi si vede privato o limitato o costretto da scelte che gli danno la misura della sua perdita di autonomia.

Negoziare quindi significa evitare il conflitto e ricercare il consenso delle parti. Si tratta di mettere a disposizione un dolce più grande perché tutti ne possano avere una fetta. Perché l’anziano vuole continuare a guidare? Come si fa a rispettare il suo bisogno di uscire? Cosa teme nel condividere la sua abitazione con qualcuno che lo aiuti?

Il rispetto si manifesta anche nella pazienza che viene utilizzata per raggiungere un obiettivo comune.

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