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Guardate questo spot: rivoluzionario o no?
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Guardate questo spot: rivoluzionario o no? a voi la parola

Quando noi – – il comitato di redazione di Donne In, per dirla in tono altisonante- abbiamo chiesto l’una all’altra: “ma avete visto il nuovo spot di Tena?” eravamo un po’ incredule e un po’ allarmate.

Molte volte avevamo tentato di avviare una discussione con le nostre associate/lettrici, sul tema del corpo, parola che contiene tanti significati per le donne di qualsiasi età e in particolar modo per quelle nella fase dell’invecchiamento; corpo evoca salute, estetica, dolore, ma anche piacere. Sono tutti argomenti che ci riguardano da vicino.

La nostra generazione è riuscita a rompere molti schemi legati alla cultura patriarcale e  ha fatto conquiste: ha lottato per una visione più paritetica delle esperienze sessuali, ha rotto molti tabù riuscendo a trascinare la politica e conseguentemente il potere legislativo fino ad abrogare il reato di adulterio -1968- ad introdurre il divorzio -1970-, a riformare il diritto di famiglia – nel 1975 con l’abolizione della figura del “capofamiglia”-, ad introdurre la regolamentazione dell’aborto – con la legge 194 nel 1978- ad abrogare le disposizioni sul delitto d’onore nel 1981. Sono conquiste risalenti ad anni ormai lontani.

Eppure. Eppure, quando abbiamo cercato di organizzare una serata seminariale sul tema del corpo e uno scambio di opinioni su corpo-sesso e età che avanza, ci siamo trovate di fronte ad atteggiamenti di imbarazzo, e a dichiarazioni di disinteresse sull’argomento. Insomma, come se il tema per quella stessa agguerrita generazione fosse un tabù. Quali i motivi? Difficile individuarli perché  sono declinati su svariati aspetti delle storie individuali e sulla situazione attuale di ognuno di noi. Un motivo che mi viene in mente è la volontà delle donne di questa generazione di non essere accomunate alle donne delle riviste femminili ante ’68, con il chiacchiericcio di mariti-amanti-corna e così via. Come se il parlare di “certe cose” non fosse in linea con l’apertura mentale delle nuove donne.

Ecco che lo spot di Tena Lady* è stata per noi l’occasione di tornare sul tema, uno spunto per provare a parlare del nostro corpo che è cambiato e che cambia.

Abbiamo provato a fare un minisondaggio tra le nostre amiche più vicine, chiedendo loro quali reazioni avessero di fronte a quelle immagini di donne mature che mostrano senza veli tutte le loro imperfezioni, dalla pelle che ha perso elasticità, alla muscolatura che di tonico ha molto poco, ma che contemporaneamente affermano sorridenti che stanno bene nel loro corpo, non vorrebbero cambiare niente, la loro pelle è più sensibile di prima e si sentono ancora sexy.

La maggior parte ci ha risposto di essere in disaccordo con questo tipo di comunicazione che crea loro imbarazzo e fastidio, disagio, tristezza; hanno trovato lo spot persino morboso, spaesante, paternalistico, volgare, di cattivo gusto, mistificante, sgradevole, ammiccante.

Alcune, poche, hanno trovato che lo spot fosse birichino, cambiasse le percezioni, che il vedere corpi imperfetti potesse migliorare l’accettazione di sé, che chi aveva scelto di mettere in scena l’accoppiata invecchiamento-sessualità/intimità avesse avuto coraggio, che si trattasse di  un messaggio forte, in grado di aiutare a scardinare tabù e un senso comune del pudore; hanno apprezzato che appaiano corpi e volti non stereotipati, con un bel cambio di prospettiva senza enfasi o volgarità, non bigottamente convenzionale, aprendo una crepa nella comunicazione pubblicitaria sempre molto stereotipata.

Forse alle donne della nostra età non piace neanche guardarsi nude allo specchio, figurarsi vedersi esibite sullo schermo con tutti i propri difetti. Le giovani, invece, possono vedere in questa pubblicità una prospettiva positiva per il proprio futuro; anche quando ci troveremo a quel punto della nostra vita, saremo ancora capaci di desiderare e di farci desiderare.

Non c’è dubbio però che lo spot abbia bucato lo schermo e che il ribaltamento della rappresentazione da una donna bellissima e perfetta, vero oggetto di desiderio, ad una donna segnata nel corpo dall’età, ma che esprime il suo proprio desiderio sessuale, sia una novità. Come scrive a questo proposito Lilli Gruber in un articolo pubblicato sull’ultimo numero di 7, allegato del Corriere della Sera: “chi si indigna (verso questi spot) temo sbagli bersaglio….Non è contro questo genere di messaggio che dovremmo scagliarci, ma contro tutti quelli che davvero prostituiscono il corpo femminile….dove i canoni estetici femminili sono come un corsetto che ci imprigiona negli stereotipi di sempre”.

A questo punto vorremmo riaprire la riflessione su questi argomenti e come primo appuntamento stiamo organizzando un incontro -inevitabilmente on line- con la Psicologa-Psicoterapeuta Glenda Garofalo, attorno al tema della sessualità femminile dopo i 65 anni, all’elaborazione del lutto legato ai cambiamenti fisici, al rapporto con il concetto di desiderio.

2 Commenti

  1. clara scelsa ha detto:

    . . .Lilli Gruber in un articolo pubblicato sull’ultimo numero di 7, allegato del Corriere della Sera: “chi si indigna (verso questi spot) temo sbagli bersaglio….Non è contro questo genere di messaggio che dovremmo scagliarci, ma contro tutti quelli che davvero prostituiscono il corpo femminile….dove i canoni estetici femminili sono come un corsetto che ci imprigiona negli stereotipi di sempre”.
    Non mi pare che Lilli Gruber sia fra le persone che si accettano ‘davvero’ . . . lei si è rifatta tutto il viso . . . come copia di tante altre, tant’è che non la riconosco più, poiché ha i ‘nuovi’ lineamenti uguali a quelli di tante altre donne dello spettacolo e della TV.
    Dov’è finita lei?
    Quindi stiamo attente : fra quello che si dice e quello che si fa . . . c’è parecchia differenza!!!!

  2. Marzia ha detto:

    Devo dire che mentre ho visto molte volte quello della minigonna, non avevo mai visto l’altro, che trovo molto intelligente. Smontiamo lo stereotipo che donna vuol dire perfezione e bellezza fisica. Stereotipo che manda le diciottenni dal chirurgo estetico.

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