Su Lancet Healthy Longev dell’agosto 2021 è stato pubblicato un articolo che riteniamo essere uno dei pochi che prende in considerazione un importante aspetto politico-sociale dell’anzianità: le differenze di genere nell’aspettativa di vita e nei ruoli sociali e le loro implicazioni per la capacità di un paese di sostenere la sua popolazione anziana.
Il tasso di longevità associato a una maggiore aspettativa di vita delle donne, con un maggior rischio di morbilità, comporta bisogni diversi tra i sessi in età avanzata.
I ricercatori dell’Università di Singapore, di Los Angeles e della Columbia di New York hanno quantificato, mediante la costruzione di un indice validato, le differenze di genere nell’esperienza di invecchiamento delle persone anziane nei paesi dell’ ”Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico” (OCSE) al fine di identificare le lacune politiche e le differenze nell’allocazione delle risorse e nel sostegno sociale per uomini e donne anziani.
Utilizzando per lo più gli ultimi dati disponibili disaggregati per genere tra il 2015 e il 2019, per 18 paesi OCSE, l’indice di invecchiamento è una somma ponderata di punteggi per settori ritenuti importanti per l’invecchiamento della società: benessere, produttività e impegno, equità, sicurezza e coesione.
Sebbene ci siano stati diversi tentativi di quantificare le capacità dei paesi di sostenere l’invecchiamento della popolazione, è stata prestata poca attenzione alle differenze significative nella situazione di uomini e donne nell’aspettativa di vita e nei ruoli sociali.A livello globale, la percentuale di persone di età pari o superiore a 65 anni è aumentata dal 6% nel 1990 al 9% nel 2019. Nel 2019 c’erano 703 milioni di persone di età pari o superiore a 65 anni e si prevede che il numero raggiunga 1,5 miliardi di persone entro il 2050, con un rapporto donne anziane e uomini anziani in aumento.
Nel mondo, le donne hanno un vantaggio di sopravvivenza rispetto agli uomini, con un divario di 4,5 anni nell’aspettativa di vita alla nascita nel 2019 quindi hanno maggiori probabilità di vivere senza un partner durante l’ultima parte della loro vita e hanno maggiori probabilità di prendersi cura di persone malate o disabili all’interno dei loro gruppi sociali.Il tasso di longevità associato alla maggiore aspettativa di vita delle donne influisce sui costi sanitari e sul benessere mentale delle persone anziane.
Poiché le donne tendono a sopravvivere ai loro coniugi, trascorrono più anni vivendo da sole con redditi più bassi a causa di periodi interrotti di contribuzione pensionistica, inclusa la maternità. Inoltre, poiché le donne vivono più a lungo, sono più soggette alle malattie croniche e quindi tendono ad avere maggiori spese sanitarie vive rispetto agli uomini. In alcuni paesi, oltre il 10% delle donne anziane non è in grado di far fronte alle proprie spese sanitarie.
Inoltre, l’isolamento sociale e la solitudine associati a una minore presenza di co-residenza potrebbero comportare un ulteriore onere mentale e cognitivo per le donne anziane.La mancata attenzione alle differenze di genere nella transizione demografica dell’invecchiamento della popolazione, causata dal calo dei tassi di natalità e mortalità e conseguente aumento della percentuale di adulti anziani nella popolazione, potrebbe portare ad un’iniqua distribuzione delle risorse per soddisfare i diversi bisogni sanitari di uomini e donne.Le possibilità di indipendenza finanziaria sono minori per le donne, soprattutto quelle più anziane.
Sebbene i tassi di occupazione delle donne siano aumentati nei paesi ad alto reddito, le donne hanno ancora un tasso di occupazione complessivo inferiore a quello degli uomini. Questa differenza diventa più pronunciata nei gruppi di età più avanzata. Sebbene uomini e donne possano ricoprire ruoli e posizioni diversi nel corso della vita, questi possono determinare profondamente la quantità di risorse finanziarie disponibili in età avanzata. Secondo i dati provenienti da 90 paesi, le donne svolgono lavoro di cura non retribuito per una media di 3 volte in più (ore al giorno) rispetto agli uomini, limitando il tempo disponibile per il lavoro retribuito.In termini reali, la disuguaglianza di genere è un enorme problema a livello locale, nazionale e internazionale, che ostacola lo sviluppo umano dei paesi e arresta la crescita economica.
A livello sociale, la disuguaglianza di genere compromette la capacità e il potenziale delle società che invecchiano di sradicare la povertà, garantire il benessere sociale e rendere le città sicure, inclusive e sostenibili.
L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite è quello di raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze, valorizzando l’assistenza non retribuita e il lavoro domestico; garantire la piena ed effettiva partecipazione delle donne alla vita politica, economica e pubblica; e garantire l’accesso universale alla salute e ai diritti.
Affrontare le differenze di genere avvantaggia la società sviluppando il capitale sociale, aumentando i risparmi a lungo termine delle donne e la sicurezza in età avanzata. Le donne che vivono più a lungo in modo indipendente e in condizioni di salute migliori potrebbero avere ricadute positive sulla generazione successiva.
Un primo passo cruciale per affrontare le differenze di genere nella transizione demografica è stimare e identificare il grado con cui una società facilita l’invecchiamento di successo per tutti i sessi. Si definisce una società che invecchia con successo quella in cui gli anziani hanno l’opportunità di essere coinvolti in modo produttivo, essere fisicamente e cognitivamente sani, essere finanziariamente e personalmente sicuri, avere risorse distribuite equamente e avere relazioni positive e di supporto intergenerazionali.
Nell’indice generale valutato dagli autori, si evidenzia che le differenze di genere favoriscono gli uomini in tutti i paesi del campione considerato. Inoltre, sono presenti ampi pregiudizi di genere a favore degli uomini in tutti i settori chiave dell’Indice relativi a produttività e coinvolgimento, sicurezza e coesione.
Dei 35 paesi OCSE nel 2017, 18 sono stati inclusi nello studio, perché negli altri paesi mancavano dati su diversi parametri. Inoltre, gli autori erano particolarmente interessati al confronto tra un sottoinsieme di paesi che avevano politiche ben sviluppate sull’invecchiamento (ad esempio, Svezia, Regno Unito e Paesi Bassi), avevano una quota maggiore della popolazione di età superiore ai 65 anni (ad esempio, Germania e Giappone), erano noti per avere una lunga aspettativa di vita media (es. Giappone) o avevano un forte sostegno sociale (es. Spagna e Svezia).
Esempi di politiche efficaci includono il Piano d’azione nazionale svedese sulla politica per gli anziani, che mira a consentire alle persone anziane di vivere in modo indipendente con un’elevata qualità della vita. Il piano di assistenza svedese stabilisce che gli anziani bisognosi di assistenza e servizi sociali hanno diritto ad un aiuto di alta qualità. Uno dei principi più importanti della politica svedese per gli anziani è quello di consentire loro di continuare a vivere nelle proprie case il più a lungo possibile, anche quando sono necessarie cure e servizi sociali estesi.
Questo principio si realizza attraverso una società accessibile, alloggi di qualità, servizi di trasporto ben collegati e servizi di assistenza domiciliare. Un’altra politica ben sviluppata è il programma nazionale di assistenza agli anziani lanciato nei Paesi Bassi per valutare i bisogni delle persone anziane fragili e fornire un’assistenza centrata sulla persona e integrata, più adatta alle loro esigenze. Da quando esiste il programma ha istituito otto reti geriatriche con 650 organizzazioni, coinvolgendo 43000 anziani e 8500 assistenti centrali. Queste reti promuovono il concetto che l’invecchiamento, venga considerato non come una malattia, ma come una fase della vita.
Alcuni paesi dell’OCSE hanno fatto dei benefici sociali una priorità. Danimarca, Svezia e Norvegia hanno speso più del 25% del loro prodotto interno lordo (PIL) in servizi sociali forniti dal governo nel 2019. Nello stesso anno, i paesi dell’OCSE spendevano in media il 20% del loro PIL per la spesa sociale pubblica.Nella ricerca pubblicata sono stati utilizzati i cinque parametri principali precedentemente definiti per rendere operativa la definizione di una società che invecchia con successo, vale a dire: benessere, produttività e impegno, equità, coesione e sicurezza.
In primo luogo, il benessere: una società che invecchia con successo fornisce assistenza sanitaria informata delle diverse esigenze di uomini e donne anziani. Secondo, produttività e impegno: una società che invecchia con successo facilita l’impegno di uomini e donne anziani nel lavoro retribuito o nel volontariato. Terzo, equità: una società che invecchia con successo distribuisce le risorse equamente tra uomini e donne anziani, riducendo così il divario di risorse. Quarto, coesione: una società che invecchia con successo mantiene la connessione sociale e la solidarietà, all’interno e tra generazioni e generi. Quinto, sicurezza: una società che invecchia con successo fornisce sicurezza finanziaria e personale (sicurezza fisica) per uomini e donne anziani.
Dai risultati rilevati l’entità delle differenze di genere non sembra essere correlata alla posizione geografica o allo stato di sviluppo, il che suggerisce che le differenze potrebbero essere attribuibili a differenze nelle politiche nazionali e nelle strutture istituzionali locali. Questo risultato è in netto contrasto con le classifiche tra paesi dei punteggi per uomini e donne separatamente, dove osserviamo modelli basati sulla posizione geografica e sullo stato di sviluppo. Nord Europa (vale a dire, Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia), Paesi Bassi e il Giappone ottengono complessivamente buoni risultati per entrambi i sessi rispetto ad altri paesi, mentre molte nazioni dell’Europa orientale e meridionale (ad es. Ungheria, Polonia e Slovenia) hanno ottenuto risultati inferiori, ma è il confronto tra le differenze misurate coi parametri descritti che fa emergere la disparità di genere.
L’analisi ha mostrato che sostanzialmente il settore del benessere non ha rivelato differenze di genere significative poiché il vantaggio in termini di anni, dato dall’aspettativa di vita migliore per le donne, viene abbassato dalla rilevazione di anni di vita vissuti peggio e con minore soddisfazione degli uomini. Al contrario il settore della produttività e del coinvolgimento ha mostrato differenze di genere che favoriscono gli uomini in media di 10,2 punti in più rispetto alle donne. Per quanto riguarda l’equità, in tutti i paesi, gli uomini hanno il 5,01% in meno di probabilità di soffrire di povertà in età avanzata rispetto alle donne. Per la sicurezza, gli uomini anziani in tutti i 18 paesi OCSE hanno maggiori probabilità di avere livelli più elevati di sicurezza finanziaria e personale rispetto alle donne anziane. I paesi che hanno ottenuto buoni risultati nel settore della sicurezza per entrambi i sessi includono Norvegia, Paesi Bassi e Finlandia; i paesi che hanno ottenuto i punteggi più bassi sono stati la Polonia e l’Estonia. Complessivamente, la valutazione indicizzata della sicurezza ha rivelato differenze di genere che favoriscono gli uomini in media di 10,3 punti in più rispetto alle donne. L’aspetto della coesione ha rivelato differenze di genere che favoriscono gli uomini in media di 21,0 punti in più rispetto alle donne.
Sebbene la maggior parte dei paesi dell’OCSE abbia raggiunto una copertura sanitaria universale (o quasi universale), il rischio sproporzionatamente maggiore di disabilità nelle donne aumenta la loro probabilità di richiedere assistenza a lungo termine. Ad esempio, in Giappone, nonostante un programma assicurativo per gli anziani, l’attesa, per una casa di cura designata dal programma, è di 1 anno. L’unica alternativa è l’assistenza infermieristica privata, che molti anziani non possono permettersi. Un articolo pubblicato su The Japan Times riporta che nel 2018 a 19.221 persone che utilizzavano i sussidi del programma Kaigo sono stati sequestrati i beni perché in ritardo con i pagamenti.
Sebbene gli Stati Uniti non dispongano di una copertura sanitaria universale per l’intera popolazione, il programma Medicare fornisce copertura per le persone di età pari o superiore a 65 anni. Tuttavia, Medicare fornisce una copertura minima per l’assistenza a lungo termine, ed è essenzialmente limitato al periodo post-acuto. Il sostegno aggiuntivo di Medicaid, un altro programma gestito dal governo per le persone a basso reddito, varia da stato a stato e dipende dal livello di reddito. Inoltre, poiché la copertura sanitaria universale potrebbe comunque comportare sostanziali franchigie o co-pagamenti, le persone potrebbero rinunciare al servizio quando non possono permettersi questi pagamenti diretti.
Si dovrebbe prestare maggiore attenzione agli anziani in isolamento sociale e organizzare reti di monitoraggio e sicurezza per affrontare il benessere sia emotivo che mentale, considerazioni che sono diventate ancora più urgenti durante la pandemia di COVID-19.Le politiche dei governi nazionali dovrebbero anche affrontare la posizione economica inferiore delle donne anziane, aiutando i mercati del lavoro ad adattarsi ai cambiamenti demografici, che si sono dimostrati importanti per la condizione occupazionale e la sicurezza economica degli anziani.
Ad esempio, i governi dovrebbero prendere in considerazione l’adeguamento dell’età pensionabile, l’aumento delle prestazioni pensionistiche e la fornitura di incentivi fiscali per i lavoratori più anziani e i loro datori di lavoro.Date le diverse esigenze di uomini e donne, adattare le politiche alle diverse esperienze di genere potrebbe contribuire a migliorare il benessere della società e ridurre le inefficienze del mercato del lavoro.
Le politiche che rendono più facile per le donne partecipare alla forza lavoro possono aiutare ad alleviare i problemi di offerta di lavoro. In conclusione, vengono evidenziate dagli autori alcune limitazioni da considerare.
Questo studio è un primo passo importante per mostrare le differenze di genere tra i paesi e fornire prove per migliorare la raccolta dei dati disaggregati per genere.
Vi è, inoltre, variabilità nel modo in cui ciascun paese considera l’importanza relativa e la rilevanza di ciascun settore analizzato per la costruzione dell’indice, ma esso può comunque facilitare un confronto tra paesi utilizzando una misura standardizzata.
I risultati analizzati riflettono le differenze tra le economie sviluppate e potrebbero però non evidenziare lo status delle persone anziane nei paesi a basso reddito. Comunque, suggeriscono che le esigenze specifiche di genere dovrebbero essere prese in considerazione quando si sviluppano politiche e programmi per le società che invecchiano.