25 novembre: la testimonianza di una donna over 70
Novembre 11, 2024
Benessere intimo e sessualità: ne vogliamo parlare di più?
Novembre 13, 2024
Mostra tutto

Da vedere: TRIFOLE di Gabriele Fabbro

TRIFOLE – LE RADICI DIMENTICATE di Gabriele Fabbro

Fa piacere ritrovare il giovane regista Gabriele Fabbro, dopo il suo interessante debutto con THE GREAT BOLERO (storia di una restauratrice di organi con una potente Lidia Vitale che a tratti richiamava LEZIONI DI PIANO di Jane Campion) con un film delicatissimo, ma anche stavolta con tratti di ferocia, che ne tratteggiano la personalità autoriale e appartata. La giovane Dalia (Ydalie Turk pure cosceneggiatrice) viene mandata dalla madre (Margherita Buy) da Londra in un paesino delle Langhe per accudire il nonno Igor (grandissimo Umberto Orsini) ormai vicino alla demenza senile e anche per ritrovare se stessa dopo sbandamenti che non sappiamo. Igor è stato un grande cercatore di tartufi della zona insieme al suo cane fedelissimo. Dopo la diffidenza iniziale fra nonno e nipote, sì instaura una complicità e una fiducia, che spingerà Dalia a trovare -lui è ormai impedito- il grande tartufo bianco dal valore inestimabile (che potrebbe sanare i debiti di Igor) nato da un fulmine inviato da Giove. E qui entriamo nella fiaba e nel sogno, con Dalia persa nei boschi col fedele cane di Igor. Troverà il tesoro, ma anche il male che comporta l’avidità degli uomini. Tra realtà e fantasia TRIFOLE è un inno all’immaginazione e al ritorno alle radici, il che non comporta una visione solamente buonista, bensì anche una discesa nel lato oscuro come in una Fiaba psicanalitica. Il film è singolare, nel suo vagare in terreni riscoperti e sconosciuti, apparentemente bucolici invece- come tutto l’esistere-pregni di insidie. Un autore da tener d’occhio-anomalo nel piatto panorama del nostro Cinema-per la sua capacità di scavare oltre ciò che vediamo (il finale bellissimo, lo fa con grande stile). E la funzione del Cinema, si sa, è anche questa. Inoltre, molto attento all’uso delle musiche, che se in THE GREAT BOLERO era il Bolero di Ravel, stavolta sono le magnifiche DANZE POLOVESIANE tratte da IL PRICIPE IGOR (Igor è anche il nome del personaggio di Orsini) di Borodin. https://youtu.be/lGJhJ0wVMDs?si=ii3lNaDKbPeyQkXi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *