Il 16 settembre abbiamo aderito e partecipato al lungo corteo che a Milano, così come a Roma si è snodato per la città in ricordo di Masha Amini, una delle vittime della violenza iraniana sulle donne: eravamo lì a testimoniare come in Iran, in Afghanistan ed in molti altri Paesi l”apartheid di genere” sia una realtà troppo tollerata dai Paesi cosiddetti “liberi”. Dichiarazioni di condanna, di sconforto, di solidarietà, ma poco altro, mentre noi pensiamo a queste donne come alle nostre figlie, nipoti, amiche che stanno morendo di fame, di repressione, di torture.
Gli organizzatori della protesta ci hanno inviato questo Manifesto per ringraziarci della partecipazione e noi lo pubblichiamo per leggerlo tutte insieme.
DONNA VITA LIBERTA’
Noi, iraniani e Italo-Iraniani di seconda generazione, residenti e nati in Italia, membri delle Organizzazioni Civili del movimento “Donna, Vita Libertà”, riuniti in varie città Italiane, siamo unanimemente concordi sulla necessità di rimuovere il regime della Repubblica Islamica, rimettendo la scelta dell’assetto istituzionale ai risultati di un futuro Referendum democratico.
All’anniversario del movimento, iniziato con le proteste organizzate a seguito dell’assassinio per mano della polizia morale del regime, di Mahsa (Jina) Amini, quest’oggi siamo riuniti a Roma per gridare in coro insieme al resto del popolo iraniano nel mondo, un chiaro e deciso NO alla repubblica islamica.
Dallo scorso anno, le proteste in strada e i molteplici scioperi avvenuti in Iran si sono propagati all’ interno delle università, delle scuole e fuori dai confini del paese, grazie anche al supporto degli ambientalisti, degli attivisti per la tutela dei diritti umani e delle donne e dei personaggi noti in alcuni ambiti sociali che hanno combattuto e continuano a combattere contro le discriminazioni e l’oppressione di genere, delle minoranze etniche, politiche e nei confronti di tutti i dissidenti e le forze di opposizione.
Nonostante morti, oppressioni, finti processi, confessioni forzate, reclusioni, torture e stupri, si è rafforzato il pugno d’acciaio del NO alla repubblica islamica. Così infanticidi, spari negli occhi, avvelenamento chimico dei manifestanti e delle studentesse nelle scuole hanno scavato la fossa del regime.
Noi ci opponiamo a quattro decadi di dittatura teocratica, al totalitarismo, all’oscurantismo ed alla persecuzione di qualsiasi differenza del pensiero libero e della protesta non violenta, all’uccisione, all’impiccagione, all’incarcerazione, ai finti ricoveri in manicomio, alla tortura, allo stupro, all’ occultamento di questi crimini con il monopolio dei media, violando la libertà di espressione con la censura.
Noi ci opponiamo a quattro decadi di continua violazione dei diritti umani, di discriminazione politica, economica, religiosa, ideologica, etnica e di genere, all’oppressione della comunità LGBTQ + e a quell’ideologia che vede la donna subalterna all’ uomo.
Noi ci opponiamo a quattro decadi di distruzione ambientale, e delle risorse materiali e naturali e del patrimonio culturale e spirituale del popolo delle donne e degli uomini dell’Iran.
Insieme alle donne e agli uomini dell’Afganistan, Iraq, Siria e Yemen ci opponiamo ai guerrafondai della repubblica islamica nella regione, uniti con i paesi confinanti per evitare che vengano infrante le politiche del buon vicinato e nell’interesse del popolo del mondo contro il terrorismo dei Pasdaran che provoca danni di immagine all’Iran e agli iraniani nell’arena internazionale.
Sono più di quattro decadi che i cittadini iraniani sono in pericolo e le sentenze, le condanne, le sanzioni contro la repubblica islamica sono solo i primi segnali, ancora non sufficienti, che indicano la preoccupazione della comunità internazionale al riguardo. Tale pericolo si è trasformato da fosse comuni, e omicidi seriali dei dissidenti, ad infanticidi ed iranicidi.
Nel pieno del terrore ci assicuriamo che la comunità internazionale abbia ben capito la minaccia imminente della repubblica islamica e chiediamo il vostro sostegno per dire No a questo mostro abbattendolo prima che diventi sempre più grande, nutrendosi del nostro sangue.
A questo proposito noi membri della coalizione dell’organizzazione degli attivisti del movimento Donna, Vita, Libertà:
amichevolmente tendiamo la mano allo stato italiano, augurandoci che lo stesso possa mostrare rispetto tra i due popoli con una graduale e significativa riduzione delle relazioni diplomatiche a livello consolare, sforzandosi di monitorare la corretta attuazione delle sanzioni internazionali, in particolare quelle riguardanti l’organizzazione terroristica dei pasdaran e il divieto di vendita di strumenti di repressione, tortura o censura alla stessa. Sulla base della risoluzione approvata il 19 gennaio 2023 dalla Commissione del parlamento europeo, chiediamo all’Italia in relazione alle proteste ed esecuzioni in Iran, di accertarsi con particolare interesse che il popolo iraniano abbia libero accesso a internet, nello specifico individuando e perseguendo la rete di spionaggio e propaganda della repubblica islamica in Italia.
Chiediamo la supervisione pubblica, mediatica e giudiziaria al fine di isolare la rete che comprende i rappresentanti delle istituzioni incaricate dalla repubblica islamica e il braccio delle loro lobby in Italia, che pubblicando menzogne, distorcendo la realtà della situazione in Iran, mascherando e normalizzando sistematicamente i crimini del regime, promuovono la violenza ed il terrorismo sotto forma di sostegno al corpo delle guardie della rivoluzione islamica, alle forze interne regionali, internazionali e coloro che partecipano alle politiche di questi crimini.
Infine, in coro con il popolo iraniano, le fondazioni, gli attivisti politici e sociali e i media italiani annunciamo che con la nascita del movimento donna, vita, libertà abbiamo superato il punto di non ritorno e che la nostra tolleranza nonostante un anno di oppressioni, uccisioni, arresti, torture e innumerevoli impiccagioni, ci ha portato a scegliere tra la morte o la libertà.
Unitevi a noi, uniamoci, siamo dalla parte giusta della storia e diventiamo insieme l’eco di libertà.
Con questo manifesto diciamo NO alla repubblica islamica, che rappresenta la morte del popolo iraniano, sosteniamo e potenziamo il messaggio universale di “Donna, Vita e Libertà”.