“Ok boomer!”
Aprile 12, 2023
I boomers secondo l’Accademia della crusca
Aprile 12, 2023
Mostra tutto

Un ponte per continuare ad ascoltarsi: boomer e millennial

La giovane deputata interviene in modo appassionato contro il riscaldamento climatico. Un parlamentare “vecchiotto” la interrompe perché non è d’accordo, ma lo fa in malo modo e “parlandole sopra”. Per farlo tacere la giovane gli urla “OK BOOMER!”. E nasce così in Nuova Zelanda uno slogan che raccoglie tutto il male che i giovani addebitano alla generazione dei nati prima del 1964. Il logo “OK BOOMER” è scritto su magliette, cappellini, gadgets di ogni genere per ricordare ai più vecchi di lasciar parlare loro.

Sul quotidiano francese Le Monde lo scrittore Gèrard Giubilato ha cercato di lasciare aperto il dialogo con quella parte più arrabbiata della generazione dei giovanissimi, creando un “ponte” virtuale dove far transitare la reciproca conoscenza. Ne riportiamo qualche stralcio:

Se la generazione dei boomer ha una colpa verso i più giovani è quella di avere trasmesso loro la sensazione che il benessere materiale fosse a portata di mano, che si aveva il diritto di consumare tutto senza limite e che il piacere fosse il vero scopo della vita.

I boomer sono cresciuti con il valore della sobrietà trasmesso dai loro genitori: non sprecare il cibo, l’acqua, riciclare gli abiti e a Natale accontentarsi di un libro o di un bel gioco piuttosto che delle attuali “cineserie”. Ed anche quando i boomer hanno contestato l’autorità dei genitori ed il modello familiare, non si sono mai lamentati delle ristrettezze ereditate dalla guerra appena finita.

Certo i boomer stanno lasciando un mondo pieno di problemi, come è successo ad ogni generazione che li ha preceduti, ma lasciano in eredità condizioni materiali ben più floride di quando erano giovani loro, e importanti conquiste sociali e valori collettivi molto importanti. I boomer hanno beneficiato di condizioni di lavoro che sono gradualmente migliorate anche se il loro orario è stato in genere di 40 ore la settimana, con 4 e poi 5 settimane di vacanza e con le conquiste in materia di maternità, formazione, aspettative che si sono concretizzate mentre già lavoravano.

I boomer hanno più soldi? Cosa c’è di più logico che alla fine della vita di lavoro si possa contare su di un patrimonio, magari piccolo, che mentre stai ancora lavorando non hai? Sapendo bene che questo patrimonio verrà lasciato ai nostri giovani quando noi non ci saremo più e magari contribuirà ad integrare le loro pensioni. Noi non siamo i “capri espiatori” della vostra difficoltà.

Le accuse che ci vengono mosse da alcuni giovani vogliono dipingere un conflitto generazionale che non ha ragion d’essere. Alla base di molte delle nostre azioni c’è la voglia di proteggere i nostri figli e quindi rigettiamo l’accusa di essere egoisti che risulta anche contradditoria rispetto all’impegno collettivo che i giovani auspicano.

D’altronde ogni generazione ha le sue sfide da vincere, con punti di forza e punti di fragilità. Noi abbiamo avuto le nostre, che non abbiamo vinto tutte, e i giovani avranno le loro e ne faranno un bilancio verso la fine della vita.

 

Come diceva Camus nel 1957 “Ogni generazione crede di avere il compito di rifare il mondo. La mia sa che non lo rifarà ma che deve impedire che venga disfatto”.   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *