Più del dolor potè …… la noia
Anche la noia è una forma di digiuno come quella del Conte Ugolino dell’inferno dantesco, perché rappresenta un vuoto, un buco, una mancanza…di novità. Ma la noia è una sensazione privilegiata perché significa non avere pensieri gravi e tristi che monopolizzano la mente: la noia ci annuncia che dobbiamo rimettere in funzione la nostra creatività. La noia si accompagna alla ripetitività della nostra vita di oggi (anche se, come ci diciamo ogni giorno guardando i dati del virus…. Meno male che siamo ancora vive!) e si accompagna all’insofferenza che, anche se ben governata, accompagna ogni costrizione.
Molte cose annoiano in questo periodo e chissà se anche voi le condividete? E allora chissà se anche voi vi annoiate quando……
Per la millesima volta si sente dire che bisogna “cambiare paradigma”: basta! Non c’è telegiornale, discorso, intervista in cui non si dica che bisogna cambiare paradigma…ambiente, lavoro, sanità, ogni cosa ha un paradigma da cambiare. Noia! e soprattutto sensazione che dietro il concetto colto ci sia la volontà di prendere tempo, di non dire i punti che vanno cambiati ….
Condizionalità: noia e un “ma perché?” Cosa è cambiato nel sostantivo plurale di genere femminile “condizioni” per essere usurpato da condizionalità che viene usato nelle stesse identiche situazioni………… neologismo? No…anche il lessico ha delle mode!
Resilienza: ammirevole attitudine mentale che sostituisce un po’ troppo il termine resistenza che potrebbe evocare il fascismo, i partigiani le armi…noi scegliamo re-sister…È più affettuoso e significativo.
E poi ci sarebbe “narrazione”, ma cominciamo ad annoiarci…quindi passiamo ad altro…