Quando il vecchio dottore di famiglia alzava al paziente il golfino, appoggiava sulla schiena quel tondo di ferro gelato attaccato alle sue orecchie da due lunghi fili di gomma e diceva: “dica 33” non sapeva e non sapevamo nemmeno noi, che in quel respiro che ascoltava non c’erano soltanto le indicazioni di una possibile bronchite o peggio polmonite, ma la pura essenza della vita, vale a dire la nostra salute.
David Kuller, noto ingegnere multimediale, che oggi mi viene da chiamare “Madame Curie”, ha scoperto e messo insieme, attraverso una lunga serie di esperimenti con microfoni, computer e cellulari, riunioni e discussioni con esperti, viaggi tra Milano, Boston e il General Hospital nel Massachusetts, un’azienda di famiglia di tessuti elastici che ha prodotto una cintura con un chip posizionato in una piccola fibbia, studiata da un designer, un meccanismo che ascolta il tuo respiro giorno e notte, qualunque cosa tu faccia e in qualunque modo tu dorma e in che posizione: perché cambia molto.
Un po’ come l’Holter per il cuore e la pressione, ma questa è una leggera cintura e la puoi mettere a pelle o sopra i vestiti.
Quindi per niente fastidiosa.
Per chi aveva problemi di sonno o di apnea esistevano già modi per studiarli, voleva però dire recarsi in ospedale, passarci la notte attaccato a una macchina enorme, con elettrodi appiccicati alla fronte e agli arti e dormire immobile, lungo e faticoso.
Airgo, è il nome della cintura, verrà data ad ogni paziente da indossare a casa e sarà collegata a un computer del medico, dell’ospedale, della farmacia.
Al pari o anche di più degli esami del sangue questa cintura, sarà in grado di aiutare a capire malattie in atto, ma anche a prevenirle, in base al modo di respirare di un individuo.
Airgo cambierà anche il nostro modo di considerare il sonno, se infatti nel lontano passato si usava alzarsi col sole, cenare all’imbrunire e andare a letto con il tramonto, pian piano queste abitudini, mantenute nelle campagne e ritenute le più sane secondo i ritmi circadiani, nelle città, con i nuovi tipi di lavoro, i viaggi, i fusi orari, la vita notturna, insomma la vita moderna e frenetica, sono state dimenticate.
In passato, nonostante ritmi più naturali la mancanza di medicine e di cibo ben conservato portava a una vita più corta.
Oggi andiamo a letto alle due di notte, sprofondando in Netflix, ci alziamo alle otto, gozzovigliamo fino a mezzanotte anche se non siamo attori di teatro, abbiamo cibo ben conservato, ma spesso mangiamo cibo spazzatura, tuttavia viviamo più a lungo e in buona salute perché abbiamo molte medicine.
C’è un limite a tutto comunque, quindi ogni tanto è bene fare una tara del nostro attuale stato di benessere.
E magari scopriremo che non è importante dormire le otto o dieci ore di fila, come dicevano un tempo e che non fa male coricarsi più tardi dell’imbrunire, dipende da che ora ci si sveglia, ma soprattutto da come dormiamo.
Essenziale è avere almeno tre o quattro fasi “rem” durante il nostro sonno, sono quelle che ci fanno ricostruire le cellule, quelle che riassettano il nostro computer.
In alcuni ospedali in Italia e negli Stati Uniti già stanno usando questo nuovo incredibile prodotto, a Milano si potrà presto richiederlo alla clinica “Humanitas”, diventerà in poco tempo normale prassi, come l’esame del sangue, si troverà come servizio anche nelle farmacie.
Entri, affitti la tua cintura, la indossi, ti collegano al computer e torni due giorni dopo, il tuo respiro avrà tracciato delle note musicali, quelle della tua vita: un la, un do, un mi fa sol, un si bemolle, un diesis, quelle che prima di ogni altra cosa diranno se dormi bene o hai problemi, se i tuoi polmoni sono ben ossigenati, ma anche se ridi o sei sempre triste, se ami qualcuno e sei felice o rincorri altri lidi, se ti piace il tuo lavoro o ti stressa, se hai paura, se soffri di solitudine, se sogni o se hai incubi.
La musica della tua vita la scrivi solo tu giorno per giorno, notte per notte, scrivi il tuo “sound” musicale che rivela moltissimo del tuo modo di essere e di vivere e che cambia con te e secondo quello che fai.
Del resto se parli dolcemente a una bolla d’acqua, questa diventerà bella rotonda, se le urli, al contrario prenderà tante piccole pieghe, tutto è vita, tutto è natura.
“La vita è un soffio”, oggi lo possiamo dire con cognizione di causa.
Grazie a David Kuller e il gruppo dei suoi collaboratori.
Una scoperta magica che ha subito attizzato anche la cultura.
L’artista parigina Agate Vidal con Jacopo Abboni Schilingi ha prodotto a Firenze con la EMI una installazione per inaugurare un nuovo spazio culturale e ha creato “Rhizomatics” un nuovo paradigma intorno al respiro che mentre cambia, modifica le nostre azioni e i nostri movimenti e diventa spettacolo.
Probabilmente nei prossimi anni inventeranno con questa inedita visione del respiro mille nuove creatività.
Le neuroscienze in questi anni hanno identificato che la depressione è più femminile, come l’emicrania, e che le visioni dell’aldilà di chi è in coma hanno poco a che fare con il paradiso o l’inferno, ma sono prodotte dal cervello nello stato di coma.
E ci sono le allucinazioni che erano un tempo addebitate agli schizofrenici oggi sappiamo che invece è una manifestazione anomala d’iperattività casuale delle aree corticali della vista.
Niente fantasmi, fatevene una ragione.
In questi anni la scienza ci ha eliminato molti capitoli della metafisica, ora questo nuovo apparecchio per testare il respiro forse ci farà chiedere dal dottore al posto di: “dica 33”, “Lei è un respiro rock o lento?”.
Grande novità giusto? Da togliere il respiro.
Dobbiamo riprogettare e riconnettere il futuro.
Chi nasce oggi potrà vivere fino a 135 anni, oggi arriviamo già a 116.
Le persone desiderano l’immortalità, ma poi non sanno cosa fare in una giornata piovosa.
Sono stati individuati quattro filoni di tendenza per la “longevity” che diventa “fullgevity”: il benessere spirituale, l’esigenza di essere in sintonia con la natura, dare un senso al lavoro ma anche alla realizzazione di sé, da una ricerca a firma di Alessia Canfarini (Franco Angeli), managing director di Zera Service Consulting, Sabrina Bresciani esperta di life design e Elena Granata direttore di Urbanistica del Politecnico di Milano.
Bisogna preparare la nostra lunga vita con un bel salvadanaio pieno, tempi lunghi, lavori multiformi, prima quelli faticosi e poi i più semplici, avere tanti amici che sono la prima formula della felicità e del benessere, gli esseri umani sono programmati per funzionare nelle relazioni, per fare insieme.
Questo progetto è un’ennesima conferma.
Se appartieni a qualcosa o a qualcuno hai più forza.
Anche se fai progetti, l’attesa è il ricostituente più forte.
“Raga, questo è uno scoop”.
Quindi respirate bene e fate progetti se poi vi dovesse venire tutto a noia non dovete fare altro che trattenere il respiro oltre ogni limite.
Renata Prevost
Se volete saperne di più dal punto di vista scientifico o approfondire tutte le notizie a riguardo eccovi i link per farlo.
Airgo: https://www.myairgo.com/
Rhizomatics Jacopo Baboni Scilinghi e Agathe Vidal: http://www.baboni-schilingi.com/