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Diario dell’ipocondriaca …il vaccino

La notizia è a tarda sera: da mezzanotte si aprono la prenotazione per la mia fascia di età. Alle 00.01 digito il link. La sfiducia nelle istituzioni della mia Regione ha il sopravvento e non mi concentro…tanto non sarà funzionante. Miracolo! (lo dobbiamo al generale alpino e alle Poste Italiane) ci sono 6 date disponibili! Sinapsi allenate e ansiogene elencano pro e contro di ogni data…. Vada per la più lontana…così nel frattempo magari scoprono vaccini meno rischiosi. E’ fatta! La sera prima, pulisco a fondo la casa nel caso i congiunti dovessero entrare dopo la mia dipartita per reazione allergica al vaccino. Preparo borsone per ricovero d’urgenza sempre nel caso di reazioni post vaccino e poi lavaggio accurato, taglio unghie, piega accurata perché sia per un ricovero che per una dipartita (l’ipocondriaco odia la sciatteria) la forma è tutto. All’ora convenuta (ma molto molto in anticipo) mi dirigo al centro vaccinale. Nei dintorni si aggirano frotte di anziani con mascherina (in genere ballonzolante) con aria interrogativa. All’entrata, una folla (omicida) chiede informazioni: l’alpino di turno ci indirizza tutti verso una scala affollata. Io cerco e trovo un’ascensore e salgo in solitaria, preservandomi da contagio, iperventilazione e tachicardia da sforzo. Numeretto sul video, primo colloquio, secondo numeretto, sala d’attesa, folla minacciosa. Consegna del modulo che segnala le mie patologie al medico che deve assegnarmi il tipo di vaccino: un giovane uomo che sorride quando gli elenco i sintomi di affezioni, allergie, sindromi, patologie NON ACCERTATE ma di certo latenti, di cui soffro, ho sofferto, soffrirò. Lui continua a sorridere e io percorro il “miglio verde”. Non devo svenire perché mi toglierebbero la mascherina e prenderei il Covid! Scopro il braccio ed è fatta: sono vaccinata e forse anche condannata. Mi accascio in sala attesa (che macabro sense of humor! attesa di cosa? Di uno shock anafilattico che altro?) e vivo il mio incubo: tutti al telefono con mascherina precaria, saliva e goccioline assassine in libertà, per comunicare a non so chi che va tutto bene (parla per te intanto!). Conto i battiti, non accelerano anzi forse si affievoliscono…sudo, mi viene la tosse, starnutisco, mi brucia la gola, mi gira la testa.  Se non fossi già in un ospedale chiamerei il 112. Appena a casa do fondo all’ultima confezione di disinfettante per la minuziosa pulitura di ogni anfratto e superficie entrata in contatto con tutta quella umanità, ingurgito una tachipirina anti febbre, ingoio un riso bollito per l’eventuale danno gastroenterico del vaccino, trangugio molta acqua per depurare e assumo gocce di ansiolitico per affrontare la lunga notte in attesa del “danno collaterale”. Mi stendo sul letto già composta per il trapasso. Sarà una notte lunga.

2 Commenti

  1. Maria La Salandra ha detto:

    Divertente e veritiero!

  2. Nicoletta Cerranil ha detto:

    Meraviglioso!

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