Ho paura torero di Pedro Lemebel edizione MARCOS Y MARCOS
Due mondi si incontrano, apparentemente inconciliabili: la comunità di un gruppo di travestiti, provati dalla vita, ormai disillusi sul loro futuro e un gruppo di giovani rivoluzionari, pieni di speranze e di sogni, convinti che la vita in quel momento abbia affidato a loro un compito storico. Sullo sfondo Santiago del Cile, ferita dalla dittatura di Pinochet.
La Fata, travestito passionale e romantico, viene coinvolto e poi travolto da Carlos, militante del Fronte patriottico, alla ricerca di un nascondiglio per le riunioni clandestine del suo gruppo. Passione politica e amori non dichiarati o più spesso repressi animano la soffitta della Fata; scatoloni di armi portati con sotterfugi dai giovani e tovaglie che la Fata per campare ricama per le signore dell’entourage corrotto e servile di Pinochet sono l’arredamento della modesta abitazione. Sullo sfondo, descritto con impietoso sarcasmo un Pinochet, borioso e temuto dittatore, succube di una moglie petulante, al limite dell’idiozia, perseguitato dai ricordi infantili.
Il romanzo è piaciuto a tutte noi, senza riserve; raccontandoci la nostra lettura ci siamo fatte conquistare ancora dall’emozione per i pensieri della Fata, per il coraggio di Carlos, per la tenerezza del picnic ai tempi della rivoluzione, per il grande cappello giallo della Fata, icona di un mondo femminile che il travestito sogna e vagheggia nel suo amore inespresso per il giovane rivoluzionario. Nell’incontro ci siamo raccontate una colonna sonora e una tavolozza di colori che abbiamo immaginato accompagnassero le pagine del libro e i dialoghi dei protagonisti. Anche la lingua usata ci è sembrata un piccolo gioiello; una lingua a tratti quasi barocca, piena di umorismo, umanità, caustica e poetica insieme. Sempre, però, coinvolgente ed emozionante.
In sintesi, avremmo voluto tutte che il libro durasse ancora molte pagine.
1 Commento
bello mi piace sono contenta