Il Body Positive è un movimento nato tra il 2010 e il 2011, in contrapposizione alla sfrenata ricerca della perfezione del corpo scoppiata prepotentemente nel nuovo millennio.
Abbiamo sentito tutti sulla nostra pelle l’eccessiva rincorsa alla magrezza distruttiva, esagerata, lo sfinirsi in palestra per non avere neanche un’ombra di cellulite, il sentirsi emarginati se non si è giovani, belli e in perfetta forma.
Il Body Shiming, ovvero la critica feroce sull’aspetto fisico, ma anche la critica sottile, sotterranea, fatta di allusioni e battute, ha fatto, in contrapposizione, sfociare il Body Positive.
Ovvero la consapevolezza di potere essere come vogliamo, come ci sentiamo meglio. L’accettazione di noi stesse, con i nostri difetti, piccoli e grandi che siano. L’autenticità come valore assoluto. Il sentirsi bene dentro il corpo che abbiamo.
Per me, il mio Body Positive è nato molti anni fa, ma ancora non lo sapevo.
Ho iniziato il mio lavoro cercando di fare in modo che accettassimo tutti i nostri difetti, trasformandoli in particolarità e in modo da essere accettati.
Ho cercato l’equilibrio nel vestire, facendo pendere l’ago della bilancia verso la parte migliore del nostro corpo, valorizzandola.
Il mio messaggio di Body Positive è stato quello di non discriminare nessun corpo.
Soprattutto non mi sono mai soffermata sull’età delle persone Non è stato facile perché la discriminazione generazionale è potente e atavica, ma la mia totale e consapevole aderenza al Body Positive ha sfondato quella porta e mi ha dato la possibilità di curare l’immagine di donne di qualsiasi età in una unica, armonica lezione di stile.
Tuttavia occorre distinguere l’accettazione del proprio corpo da esagerate esternazioni di se stesse. In questo ultimo periodo molte attrici, da Cameron Diaz a Jamie Lee Curtis, hanno rilasciato lunghe interviste sul loro farsi fotografare senza trucco e di dicendosi orgogliose delle rughe e dei segni dell’età. Mi sembra che tutta questa si avvicini molto a una forma pubblicitaria e abbia poco di vero; anche per chi non è un personaggio famoso, penso che l’eccessiva concentrazione su di se’ non sia di importanza universale quando abbiamo davanti a noi un mondo in divenire difficile e, un periodo storico che richiede molta attenzione da parte di tutti noi.
Carla Massara