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RSA di lotta e di… sesso

RSA di lotta e di … sesso

Mentre in Italia ed in Lombardia in particolare, attendiamo che vengano attuate le urgenti riforme delle RSA, i cui guasti assistenziali e sanitari sono emersi in tutta la loro drammaticità durante il Covid, all’estero ci si interroga sull’utilizzo dei preservativi da parte degli ospiti delle residenze.

In USA prima e in Francia poi si è infatti aperto un dibattito sulle richieste che alcuni anziani hanno fatto ai loro familiari di essere riforniti di preservativi per poter concretizzare le loro avventure amorose nate nelle RSA (che in quei paesi hanno altri nomi).

Un po’ di sconcerto da parte di figli e nipoti alla richiesta del “nonno”, ma dopo una breve verifica sullo stato di decadimento cognitivo del congiunto, è sorta una bella complicità: il contraccettivo viene fornito – non si temono gravidanze indesiderate, ma solo le malattie sessualmente trasmissibili- e si spera per il meglio. Gli articoli che toccano questa tema, ci dicono anche che alcune figlie sono quasi “svenute” davanti alla richiesta del paparino, ma poi dopo un breve consulto medico, hanno aderito alla richiesta perché informate che sono un numero incredibile gli amori che nascono tra le 4 mura di una residenza: non a caso nelle gag si parla di “Villa Arzilla!”.

I commenti raccolti dai giornalisti hanno messo in evidenza una grande solidarietà da parte dei più giovani rispetto a questi desideri dei più anziani. “Impiegare bene il tempo che resta” è uno dei commenti più ricorrenti, come “la sessualità non si chiude come un rubinetto” sia per maschi che per femmine, anche se qualcuno ha sollevato il tema della lucidità di giudizio che può avere una persona con qualche défaillance cognitiva: su tutti si è levata la voce del “libero arbitrio”. I gestori delle Case di Cura ci stanno andando comunque con estrema prudenza perché il tema è molto complesso e entra in quella sfera estremamente delicata delle facoltà mentali di un anziano messe in relazione con la sua storia personale e sanitaria.

Qui si è aperto il dibattito ed è un tema che riguarda anche la formazione del personale che lavora con questi anziani e, come dice Bernard Pradines nel suo blog, “non si può liquidare tutto con una risata o scandalizzandoci per la volgarità”: il tema è etico.

Chissà perché ma quando si parla di anziani (ma anche di fragili in genere) i ragionamenti diventano solo “cerebrali” e si allontanano sempre di più dal “naturale”, dallo “spontaneo”: si vanno a richiamare le categorie etiche anche di fronte a tematiche che per origine, natura ed età, andrebbero affrontate con un po’ più di spontaneità.

Vi terremo informate…. Non si sa mai.

 

 

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