Il ministro della Giustizia tedesco, il liberale Marco Buschmann, la definisce «la più grande riforma del diritto di famiglia degli ultimi decenni». Si tratta della modifica legislativa concordata nel patto di coalizione tra socialdemocratici, verdi e liberali al governo per riconoscere legalmente la «parentela elettiva». Ovvero tutti i legami di affetto e mutuo sostegno che vengono scelti e non “ereditati” per nascita e che non rientrano nelle relazioni di coppia. La nuova forma legale a cui la coalizione sta ancora lavorando e che in tedesco ha il nome un po’ pomposo di Verantwortungsgemeinschaft, «comunità di responsabilità», deve — dice ancora il ministro — «adattarsi alle diverse situazioni di vita e permettere diverse intensità di assunzione di responsabilità reciproca». Il principio guida dei liberali, spiega il quotidiano Süddeutsche Zeitung, è che lo Stato così come favorisce e incoraggia il matrimonio debba promuovere anche in altre forme l’assunzione di responsabilità reciproca tra persone, in linea con la molteplicità di scelte di vita che caratterizzano la società contemporanea. E che ognuno possa disegnare questa assunzione di responsabilità nelle forme che gli sono più congeniali. È un ulteriore esempio dell’impronta laica del nuovo governo sui diritti civili, uno degli ambiti in cui si distingue di più dagli esecutivi precedenti, tutti trainati dal partito conservatore di ispirazione cristiana Cdu.
Da sempre gli amici possono diventare la vera famiglia, quella scelta, ma la «comunità di responsabilità» permetterebbe di formalizzarne gli aspetti che riguardano diritti e doveri e proprietà. Tra gli esempi fatti dalla Süddeutsche Zeitung c’è quello delle due vedove over 60 che, con i figli adulti ormai lontani, hanno deciso di abitare insieme e comprare una casa a metà: vorrebbero che, nel caso di morte di una delle due, l’altra ne ottenesse l’intera proprietà, senza dover riconoscere la legittima ad altri eredi e senza pagare tasse in più. Oppure il caso delle famiglie arcobaleno in cui una coppia di donne e una coppia di uomini decide di diventare genitori insieme. O di adulti single senza figli che nel momento del bisogno — per esempio un periodo di malattia — si sentono più vicini agli amici di una vita che ai parenti lontani.
L’idea è di passare dalle relazioni condizionate dalla nascita a quelle scelte: una sorta di rivoluzione copernicana rispetto al nostro modo abituale di pensare gli affetti, soprattutto in un Paese come l’Italia dove la famiglia di sangue conta sempre molto, nel bene e nel male. È senz’altro una libertà in più: come tutte le libertà, richiede di rinunciare a un automatismo a favore di una maggiore assunzione di consapevolezza e responsabilità.