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Vivo da sola: 4.120.000 Over 65 in Italia vivono sole

Per non parlar del cane… come diceva Jerome K. Jerome in” Tre uomini in barca” e per non dire le cifre del 2040, 2050 e via così che lievitano verso una longevità sempre più elevata, una quantità di over 65 che supererà le percentuali di giovani e quindi milioni e milioni di anziani che vivranno da soli.

Stima totale dei “soli” (non solo over 65) di oltre 10 milioni nel 2043 (lo annuncia Linda Laura Sabbadini) e naturalmente con percentuali di povertà che riguardano le anziane e le madri single. Perché la “singletudine” è una condizione destinata a salire: quindi meno nuclei familiari, meno figli e meno tessuto di solidarietà familiare.

Come al solito la differenza uomo /donna è forte, laddove le donne tendono a passare da sole la fase finale della loro vita, mentre i maschi tendono a stare da soli da giovani.

Chissà se qualcuno di questi anziani nel 2070 o 2080 troverà il sito di Donne In, le nostre newsletter e queste nostre elucubrazioni e chissà cosa penserà?  Forse lui o lei saranno al potere e avranno creato il Ministero della vecchiaia dove (speriamo con maggiore competenza di oggi) si progetteranno, svilupperanno, sosterranno un sacco di cose belle per quella gran quantità di anziani che saranno ancora sulla Terra.

Oppure chi ci leggerà lo farà da una cantina dove vive come l’abate Faria per sfuggire alle persecuzioni dei “negazionisti dell’invecchiamento” che liftati, botulinati, gonfiati e trapiantati scorrazzano in moto a caccia di quelli che non si sono piegati alla dittatura della giovinezza e comprano la crescenza, vanno dal fisioterapista, si lasciano scivolare nel pisolino pomeridiano, per deportarli in centri di rieducazione…

Chissà? non lo sapremo mai, ma i dati che riportiamo nel titolo (oltre 4 milioni di anziani che vivono soli oggi, riportati in un bellissimo articolo di Avvenire) e la quasi totale assenza di interventi per dare qualche risposta al grande tema dell’assistenza agli anziani che vivono da soli, ci spinge ad affrontare la situazione di chi “vive da solo in vecchiaia”.

Ci addentreremo nelle tipologie di chi vive da sola, nella durata di questa situazione, nell’eventuale scelta fatta o subita, nelle strategie e nell’elencazione di vantaggi e svantaggi.

Mentre ci prepariamo a trattare questo tema per qualche numero della Newsletter, sempre senza pretese scientifiche, ma con l’obiettivo di aumentare gli strumenti di gestione della situazione, facciamo subito due importanti premesse:

  • la prima è che “sentirsi sola”, che non necessariamente significa vivere da sola, ha un solo antidoto che è quello di “aprirsi” cuore e mente agli altri, intessendo relazioni, coltivando interessi, inventandosi strategia per la cura di sé stesse, imparando a coccolarsi e a prendersi cura di noi e degli altri che ci stanno intorno. Si chiamano relazioni e non sono meno importanti di quelle sentimentali anzi a volte le superano rispetto a libertà, spontaneità, complicità, sostegno.
  • la seconda è che il modellino famiglia (la tua di origine o quella dei tuoi figli) che interviene sul cavallo bianco per salvarti dalle sabbie mobili, lanciandoti una fune d’oro, non ci sarà più, c’è ancora per poco, se c’è non ha funi neanche per sé. È uno spot culturale che ci passano in “prima serata” delle “anime belle” con vistose fette di prosciutto sugli occhi o anime brutte che vogliono scaricare i loro sensi di colpa su di noi e sui nostri figli.

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