Come nasce la Newsletter di DONNE IN: ovvero quando il gioco si fa duro… le dure cominciano a giocare
Acqua liscia e frizzante, bicchieri, biscottini sul tavolo. Mandarini o altra frutta di stagione sul ripiano per non occupare lo spazio in cui lavorerà la REDAZIONE. Cavi, cavetti, chiavette USB collegati. Citofono e poi campanello. La padrona di casa apre la porta e fa entrare le redattrici della newsletter che insieme alla padrona di casa compongono la squadra che DONNE IN ha incaricato di fare la newsletter. Rapidi saluti di circostanza, si sfoderano i PC e veloce posizionamento al tavolo.
Ognuna in postazione, i PC si aprono con la stessa perizia e attenzione con le quali Bradley Cooper in “American Sniper” posizionava l’arma di precisione con cui mirare al nemico e abbatterlo al primo colpo.
Silenzio gravido di tensione: collegamento wifi… assente. Fulminea azione della padrona di casa che strozza il gatto che stava giocando coi fili della connessione. Si riprende il lavoro e del cadaverino ci si occuperà in seguito. Una “Donna In” si distrae e chiede come stanno i nipotini… varicella…influenza…primo giorno di scuola… Un colpo la raggiunge allo stinco, il rumore dell’osso spezzato non interrompe i lavori e lei fa finta di niente.
Viene data lettura dei “pezzi” pronti per andare a comporre il nuovo numero della newsletter: ancora l’unica “all over the world” dedicata alle donne over 65! Ma ora bisogna fare delle scelte! le sorde si spingono in avanti per seguire meglio la lettura dei pezzi, le miopi si puliscono le lenti per essere pronte alla composizione grafica, e le vittime dell’artrosi al tunnel carpale, per non essere punite, si iniettano droghe e antidolorifici.
Come sulla “rupe tarpea” rotolano nell’abisso i titoli degli articoli bocciati. Inutile appellarsi al grande lavoro preparatorio svolto, alle ricerche condotte con le maggiori università e fondazioni del Nord Europa: il giudizio è inappellabile e implacabile. Finiscono nel cestino premi Nobel, dati e ricerche di straordinario valore, il lavoro di donne che hanno perso il sonno e hanno rinunciato a ritoccare la ricrescita (sintomo di grave forma depressiva) per preparare gli articoli per la Newsletter. Con la voce rotta e gli occhi pieni di lacrime implorano che il loro pezzo venga tenuto in considerazione. Granitico il Comitato di redazione non cede ed anzi davanti all’insistenza piagnucolosa del gruppo di anziane in ginocchio, le trasferisce sul balcone e chiude la finestra. Il gelo le calmerà. Il sommario di questo numero è pronto.
Pausa caffè. Il cronometro scandisce inesorabile il pochissimo tempo a disposizione. Non si concede un minuto di più neppure per assaggiare la torta fatta in casa nottetempo da una delle redattrici che con occhi dolci e golosi cerca di raccontare la semplicità della ricetta. La pietà è morta: bisogna comporre la Newsletter.
Ai propri posti davanti al PC! Nell’aria si ripetono frasi e riti tipici delle consuetudini “iniziatiche”: salva la bozza! incolla l’immagine! manda il test! Non tiene lo spazio! verifica cornerstone! Non incolla il link!
Per le più fragili inizia la prova più dura: quelle che sono state dimesse da poco, dopo ripetuti TSO attribuibili allo stress dell’ultima pubblicazione, ingurgitano freneticamente interi blister di pillolone. Alcune di quelle che si sono viste bocciare gli articoli proposti, sempre imprigionate sul balcone ed ormai violacee per l’ipotermia, chiedono di chiamare il 112 perché una di loro sta penzolando dalla ringhiera per attirare l’attenzione dei passanti, urlando “il mio pezzo è bellissimo… bellissimo…bellissimo…bellissimo…diteglielo” , ma la voce è flebile e il forte tremore alle braccia fa temere che non resisterà a lungo: siamo all’8 piano, ma sotto ci sono degli alberi che già altre volte hanno attutito le cadute.
Il Comitato di redazione, o quel che ne resta dopo i numerosi cedimenti fisici e mentali procede senza distrarsi e completa l’opera con una determinazione insospettabile in donne che hanno predicato tolleranza, pacifismo, difesa dei diritti delle minoranze, sorellanza.
La missione è compiuta e anche questa settimana la Newsletter può essere spedita a tutta la vasta mailing list che raccoglie la grande comunità di DONNE IN.
Visibilmente provato il Comitato di redazione raccoglie fili, chiavette usb, bucce di mandarino, carte di caramella. Libera quelle che erano state incatenate o chiuse sul balcone, medica le ferite auto inferte o procurate con il trinciapollo alle ribelli, risponde alle tante chiamate lasciate senza risposta ( figli, amici, amanti, estetiste, medici) si mette il rossetto e si avvia per partecipare ad una conferenza sul tema dell’Invecchiamento attivo. Porteranno la loro testimonianza? Ve lo diremo nella prossima Newsletter!