Come sarà la mascolinità in una società femminista? Uomini che parlano di più delle proprie emozioni? Uomini che non si rifugiano nella violenza? Uomini che alla nascita non sempre vengono assegnati al genere maschile? Non ce ne sarà una sola di mascolinità, questo è certo. Perché proprio come le donne ridefiniscono il loro immaginario, mentre le persone sottoposte a razzismo ristabiliscono la storia, gli uomini devono ripensare alle catene, pastoie con cui la società patriarcale li ha rinchiusi.
Quattro uomini eterosessuali di mezza età che ballano insieme in un soggiorno. Professori. Questo è il tipo di mascolinità che vogliamo vedere normalizzata. Non c’è niente di perfetto, e per una buona ragione. Ognuno di questi quattro uomini sta attraversando una crisi di “mezza età”. Inizia così il film “Un altro giro” (attualmente nelle sale): uno dei quattro festeggia i 40 anni. Il personaggio principale, interpretato da Mads Mikkelsen, si trascina di malavoglia alla festa. Infatti, dice ai suoi figli adolescenti che sicuramente non tornerà a casa tardi. A cena con gli amici in un ristorante soffocante, fa fatica a nascondere il suo disagio. Dipinta su viso un ’’angoscia che sembra essersi installata, non sa nemmeno quando. Non parla più con sua moglie, sembra non essere in contatto con i suoi studenti del liceo in cui insegna, i suoi figli sembrano non vedere la differenza tra quando è presente e quando no.
“Si tratta di accettare la vita così com’è”, afferma il regista Thomas Vinterberg in un’intervista. I personaggi non hanno nostalgia di un’epoca passata. Non ricordano la loro giovinezza come un ideale che vorrebbero riconquistare a tutti i costi. Al contrario, vogliono andare avanti, uscire dal torpore in cui li hanno costretti le ansie dell’età adulta. E per questo, hanno una soluzione: l’alcol. Decidono di diventare le cavie di una teoria un po’ fumosa dello scienziato norvegese Finn Skårderud, secondo cui uomini e donne nascono con un livello di alcol nel sangue inferiore dello 0,5 a quello che dovrebbe essere. Inoltre, per compensare questa “mancanza”, le persone dovrebbero bere continuamente per portare questo tasso a mezzo punto. L’obiettivo, lo scopo. Incoraggiare la creatività e il coraggio. La teoria non esiste davvero. Finn Skårderud: “Non è una teoria. Siete solo voi ragazzi del cinema a definirla una teoria. Nel nostro mondo accademico, non si tratta di teoria. È solo qualcosa che ho detto.”
In che modo un’esperienza “scientifica” diventa teatro di un’analisi filosofico-sociologica di nuove mascolinità? Il film non ha come soggetto l’alcol, ricorda il regista. Si tratta, a mio avviso, di come quattro uomini bianchi decidano di definire cosa significa “essere un uomo” dopo aver fallito nel diventare il primo modello virile, riferendosi al modello dell’eroe”. Recentemente mi è stato detto che la violenza degli uomini nasce da una promessa non mantenuta. La società è pensata per far credere agli uomini che hanno il potere. Così, quando scoprono che il patriarcato non risponde a questa promessa per tutti gli uomini e che il potere è invece riservato solo ad alcuni di loro, nasce una frustrazione. E da questa frustrazione emerge la violenza. Questa affermazione non ha lo scopo di giustificare la violenza ma di comprenderla. Inoltre, quando i protagonisti di “Un altro giro” denunciano la loro perdita di invidia, gusto per la vita, interesse per il proprio lavoro e sembrano permettersi di ammettere che le promesse dell’infinito non sono state mantenute, ci si spaventa. Come donne, abbiamo paura che crollino. Quando decidono di ubriacarsi tutto il giorno, la paura cresce. Eppure, non c’è nulla che suggerisca che questo sia ciò che accadrà.
“Trovo che gli insegnanti siano molto eroici”, dice Thomas Vinterberg. È una posizione molto vulnerabile. Sei carne da squalo. Ti trovi di fronte a giovani aggressivi, ambiziosi e paurosi. Ogni piccola debolezza sarà punita. […] Inoltre, c’è una cosa che è inevitabile nel ruolo di insegnante: il senso della ripetizione, di cui parla questo film. Come insegnante, non puoi davvero reinventarti ogni giorno. E, immagino che essere ripetitivo ti ricordi che devi morire. Hanno perso l’elemento di rischio. Hanno perso la componente/elemento di esplorazione. E hanno perso l’elemento di ispirazione. La parola spirito è integrata nella parola ispirazione. Questo è l’oggetto della loro riflessione. “
Invece, redenzione. Tutti ripenseranno al loro rapporto con l’autorità, con il potere (sono uomini bianchi) riscoprendo cosa significa vivere senza ansia. Alcuni vi troveranno gioia, altri no. Tutti loro saranno riusciti a esplorare una nuova forma di mascolinità, lontana dai cliché che rendono gli uomini frustrati.
Dalla newsletter Les Glorieuses del 26 maggio 2021 traduzione a cura di Donne IN