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Giugno 20, 2021
Newsletter N. 78
Giugno 23, 2021
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Lettere dalle nostre lettrici: la vecchiaia mi fa paura

Da questo numero inauguriamo una nuova rubrica che raccoglie le lettere che riceviamo e che riceveremo dalle nostre lettrici… temi diversi, opinioni diverse, ma uno spazio unico per condividere i nostri pensieri 

La vecchiaia mi fa paura, invecchiare mi fa paura. È diventata una sensazione tangibile che non ho mai provato prima. Con il mio gruppo di donne abbiamo riflettuto molto sul modo migliore di invecchiare, su come affrontare i cambiamenti, i disagi che l’avanzare dell’età porta con sé, cercando anche di vedere e, se possibile, apprezzare i lati “gradevoli”, le nuove libertà di tempo, di parola, l’essere sé stesse senza tutti quei condizionamenti che i vari passaggi e i vari ruoli che le donne -quelle che hanno la fortuna di invecchiare- inevitabilmente attraversano. E sono tanti, a partire dall’adolescenza e su all’identità di giovane donna, all’amore, all’eventuale matrimonio, al possibile ruolo di madre, alla maturità. La discesa da qui non è ben delineata. O almeno per me. Non sono in grado di datare l’inizio del mio invecchiamento, forse perché la salute è rimasta una buona compagna e gli anni sono sempre stati solo un numero nella mia testa.

Adesso sto assistendo al declino della figura femminile più importante, nel bene e nel male, di ognuna di noi, mia madre. Figura volitiva, ma fragile, determinata, ma insicura, che ha interpretato il suo ruolo di donna secondo questi schemi ben delineati nella società borghese degli anni 50-60. Siamo state e siamo molto diverse e, senza entrare nei dettagli, la comunicazione tra noi è sempre stata faticosa e, abbastanza spesso, conflittuale. Qualsiasi psicologo o qualsiasi lettura a riguardo, consiglia di fare pace con la figura genitoriale difficile, almeno dentro de sé. E così io ho fatto qualche anno fa ed è andato tutto molto meglio. Sono riuscita addirittura a spiegarmi, ripercorrendo la storia della sua vita, i suoi comportamenti, le sue scelte e i suoi pensieri su di me. Alla base di questi ultimi, sono convinta, ci sia sempre stata una forte invidia per tutto quello che io ho potuto fare e che a lei non era stato concesso, o non aveva avuto gli strumenti per cercare di fare. Adesso però Lei non è più Lei. Non che manchi completamente di lucidità -solo qualche volta- ma non le interessa più. Ogni gesto, ogni necessità è una fatica e deve dipendere dagli altri. Non prova più piacere. Aspetta; me, l’ora dei pasti, l’ora agognata di andare a letto.

E ieri mentre ero seduta vicino a lei, cercando di parlare di qualcosa, improvvisamente mi è venuto un pensiero. Così no. Non voglio invecchiare così. Poi ho pensato che anch’io sono “vecchia” e ho avuto quella che i mistici o gli esoterici chiamano una rivelazione, un’illuminazione. E mi è venuto il panico. Perché non si scappa. O forse bisogna proprio uscire dai binari finché si può.     Ma ci sto ancora riflettendo e ve lo dirò un’altra volta.

 

1 Commento

  1. Flora ha detto:

    Effettivamente la fortuna di invecchiare comporta un prezzo, a volte molto alto, che coglie di sorpresa: non mi avevano avvertita! Le esperienze di madri, zie, amiche più grandi le abbiamo collocate nel reparto “eccezioni” e dolori personali, ma chiedono uno sguardo più acuto. Adesso che cominciamo a ragionarci, a scrutare le risposte disponibili e a diffidarne, qualcosa ci inventeremo?

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