Da vedere: Una relazione passeggera di Emmanuel Mouret
Marzo 1, 2023
La mobilità delle donne
Marzo 13, 2023
Mostra tutto

La metà del mondo ha un clitoride. Perché i medici non lo studiano?

Estratto dall’articolo di Elena Tebano

«Gli operatori sanitari in generale non sanno come esaminare il clitoride né si sentono a proprio agio nell’esaminarlo». L’affermazione non arriva da un pamphlet femminista, ma da uno studio pubblicato su Sexual Medicine, la rivista scientifica della Società internazionale di medicina sessuale. A differenza del pene, studiatissimo, il clitoride infatti è tuttora uno degli organi più misteriosi del corpo umano. Le conseguenze di questa ignoranza sistematica sono deleterie per la salute delle donne. Donne come Julie, una londinese di 44 anni che nel 2021 ha raccontato al Telegraph di aver perso la capacità di raggiungere l’orgasmo dopo un’operazione all’anca che doveva liberarla dal mal di schiena, ma in cui i chirurghi le hanno lesionato i nervi del clitoride senza accorgersene, o la 36enne texana Jessica Pin, che ha perso quasi tutta la sensibilità del clitoride dopo una vaginoplastica, un’operazione di chirurgia estetica sempre più diffusa.

Il clitoride «è completamente ignorato da quasi tutti» dice al Nyt la dottoressa Rachel Rubin, urologa di Washington, D.C. e coautrice dello studio pubblicato da Sexual Medicine. «Non c’è una comunità medica che si sia appropriata della ricerca, della gestione e della diagnosi delle condizioni legate alla vulva» aggiunge. «Quando ho frequentato la facoltà di medicina, non abbiamo imparato nulla di particolare sul clitoride, a parte il fatto che esiste» conferma il dottor Blair Peters, un chirurgo plastico della Oregon Health & Science University specializzato in chirurgia ricostruttiva genitale. Nell’edizione del 1985 del libro di testo di medicina “Last’s Anatomy”, una sezione trasversale del bacino femminile ometteva completamente il clitoride, e gli aspetti dei genitali femminili erano descritti come “poco sviluppati” e un “fallimento” della formazione dei genitali maschili. Le descrizioni del pene proseguivano per pagine e pagine. Secondo l’autrice, questa diffusa noncuranza medica spiega perché i suoi colleghi urologi si adoperavano per preservare i nervi del pene durante gli interventi alla prostata, ma non durante gli interventi pelvici sulle donne» scrive il NYT (peraltro nel clitoride ci sono circa 8.000 terminazioni nervose, il doppio che nel glande del pene). O’Connell è l’autrice dello studio che nel 2005 ha ricostruito per la prima volta l’anatomia del clitoride usando microdissezioni e la risonanza magnetica. La sua ricerca, pubblicata sul Journal of Urology, ha dimostrato che «le tipiche descrizioni del clitoride riportate nei libri di testo mancano di dettagli e includono imprecisioni». È incredibile che nonostante i progressi della medicina ci sia ancora una tale ignoranza sistemica su una parte fondamentale del corpo umano. Ma non succede per caso. La medicina quando si è trattato di studiare il funzionamento degli organi sessuali delle donne si è tradizionalmente concentrata sugli aspetti legati alla riproduzione e alla gravidanza. Il clitoride invece è un organo deputato essenzialmente al piacere sessuale. O per meglio dire: al piacere sessuale femminile. E per questo è stato quasi sempre ignorato. La stessa cosa non succede per gli uomini: l’anatomia legata al piacere maschile è ampiamente studiata e ha prodotto uno dei farmaci più lucrativi di sempre, il Viagra (dal 1998, anno della sua commercializzazione, le sue vendite hanno superato i 43 miliardi di dollari).
In Sesso, la sua storia della sessualità (Il Saggiatore), Kate Lister racconta che quando il clitoride ha fatto la sua comparsa nei trattati di medicina, nell’antica Grecia, è stato per descrivere come doveva essere eliminato. Sorano di Efeso, un medico di Alessandria del II secolo dopo Cristo, illustra nel dettaglio la procedura per l’asportazione dei clitoridi «eccessivamente grandi» ritenuti responsabili di presunte «anomalie» nella sessualità femminile. Teorie simili compaiono nei trattati del medico arabo medioevale Avicenna, mentre negli anni 50 medici americani (e il padre della sessuologia Alfred Kinsey) proponevano l’escissione del prepuzio clitorideo come metodo per rendere più funzionale la sessualità femminile: un’operazione che oggi è classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una forma di mutilazione genitale femminile. «Non sapremo mai quante clitoridi sono stati tagliate, cauterizzate e circoncise nel corso della storia, ma sappiamo che praticamente nessuna di queste procedure era necessaria” scrive Lister in Sesso (nella traduzione italiana del libro è stato scelto di declinare clitoride al femminile, come rivendicato dal movimento femminista). Oggi la medicina occidentale ha smesso di mutilare intenzionalmente i clitoridi, ma continua a farlo inconsapevolmente, per mero disinteresse. Forse è ancora più grave.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *