Amalia Moretti alias Petronilla
Gennaio 11, 2023
Newsletter N. 94
Gennaio 15, 2023
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Anziani in rosso, anziani in nero, anziani in grigio

Non si tratta di schieramenti politici, ma di condizioni economiche.

Dopo che il 2022 si è chiuso con pessime notizie per i pensionati e soprattutto per le pensionate italiane (che ancora soffrono di una rendita pensionistica media inferiore di circa il 24% a quella degli uomini) e che, nonostante manifestazioni e proteste, non ha fatto mutare la decisione governativa di riconoscere solo un parziale adeguamento dell’assegno pensionistico all’inflazione, ci ritroviamo a fare i conti (non metaforico) con una forte perdita del nostro potere di acquisto. Inflazione, rincari, bollette, borse in rosso, redditi bssi dei nostri ragazzi, aumentano le nostre preoccupazioni.

Già sono tanti gli anziani “rossi” come il loro conto in banca, che non riescono a far fronte alle esigenze quotidiane, con redditi bassissimi.

Sono sempre pochi gli anziani “in nero” come il loro conto in banca, che non sa cosa sia il rosso.

E sono sempre più traballanti gli anziani “in grigio”, colore che non esiste dal punto di vista bancario, ma che dà l’idea di chi non se la passa male, ma che non può far fronte a nulla di straordinario.

Ce la caveremo? Anche il sito “La voce” diretto da Tito Boeri (economista ed ex presidente INPS) attraverso Paolo Giuliani, dice che “I pensionati sono particolarmente esposti agli effetti dell’inflazione: si tratta infatti di soggetti fuori dal mercato del lavoro e senza potere contrattuale. Tuttavia, l’articolo 38 della Costituzione stabilisce l’impegno dello Stato affinché ai lavoratori, una volta in pensione, siano garantiti mezzi adeguati alle loro esigenze di vita. L’adeguatezza dei trattamenti pensionistici è quindi un principio costituzionale da tutelare”.

Mentre confidiamo nel rispetto della Costituzione e mentre ci uniamo alle proteste di chi dice che “i pensionati non sono un bancomat con cui fare cassa quando serve”, capiamo cosa nasconde la scelta di fare di noi anziani un bersaglio così facile da colpire quando la coperta è corta.

Anche se è vero che ci sono 7 milioni di anziani che sostengono economicamente figli e nipoti

Anche se è vero che ci sono 5 milioni e 600 mila anziani che si occupano dei loro nipoti, curando, assistendo, insegnando (in Francia e Germania sono meno della metà)

Anche se è vero che il 38%degli anziani possiede un’abitazione (il valore medio è di circa 200 mila euro) che mantiene a costo di qualunque sacrificio per lasciarlo ai più giovani che gli sopravviveranno

Ed infine anche se è vero che i consumi silver (e non parliamo solo di shopping ma di bisogni imprescindibili legati alla nostra età) sono quelli che stanno tenendo in piedi una bella fetta dell’economia a beneficio di tutti.

E allora perché insistere nell’impoverirci, facendoci scendere pericolosamente verso quella fascia di “anziani in rosso” già molto affollata e che poi va mantenuta, assistita, sostenuta dalle famiglie e dalle istituzioni, sempre più a corto di risorse.

Una delle ragioni di questo accanimento è da ricercare anche nella nostra “invisibilità” sociale e culturale. La scelta è prima di tutto “politica”, ma oltre ad un governo “non amico”, i dati sulla longevità delle società future mantengono il carattere di un fenomeno miracolistico che non ha poi ripercussioni pratiche   sull’invecchiamento della popolazione: manca una programmazione, la nostra e quella delle istituzioni.

Impoverire i nostri redditi, ridurre le spese sanitarie ed assistenziali, non preoccuparsi del nostro abitare futuro in case ed in città che poco si avvicinano ai propositi di diventare “age friendly”, come raccomandano le più avanzate teorie, significa affievolire il nostro diritto di cittadinanza e ciò avviene man mano che ci allontaniamo dal mondo produttivo e mentre perdiamo l’identità che ci legava al ruolo che ricoprivamo da giovani.

Si sfuma la nostra identità, e si sfumano i nostri diritti. Fascia grigia dicevamo all’inizio e non solo economicamente. E se non riusciremo ad invertire la rotta un “grigio” già molto venato di “rosso”.

 

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