Calo delle nascite quindi calo dei nipoti e le nonne diventano patrimonio WWF: poche e protette si sentiranno inutili con tutto il loro bagaglio di fiabe, ciambelle, insegnamenti e vizietti per coccolare i nipotini?
In mancanza di nipotini “home made” potranno venirci in aiuto i figli dei partner dei nostri figli che, come molte di noi, avranno spesso esperienze matrimoniali o di convivenza plurime e potrà quindi capitare che i nuovi partner dei nostri figli portino con sé, nelle nuove esperienze di vita di coppia, figli avuti in precedenza.
Tra le luci e le ombre di queste volatilità di coppia, le potenziali nonne vittime del calo demografico, potranno cogliere l’opportunità di avere un nipote, anzi un “nipotastro”, seguendo il lessico che accompagna ancora oggi le famiglie allargate. Il nipotastro sarà il figliastro di vostro figlio o figlia che a sua volta potrebbe avere un fratellastro o una sorellastra con annesso patrigno o matrigna. E noi? Delle nonnastre? Mentre le nostre amiche con figli più monogami dei nostri sono delle adorabili “nonnine”?
Le sorellastre di Cenerentola, Anastasia e Genoveffa, raccontano più di ogni altro dotto e sapiente saggio, la cultura collettiva che in Italia sta dietro queste definizioni. Il legame linguaggio /cultura rappresenta un mondo di straordinario interesse per scoprire a che punto siamo con gli stereotipi ,gli oscurantismi e le false morali e questo “lessico familiare” disvela che dopo 51 anni dall’entrata di in vigore della legge sul divorzio e con il 45% dei matrimoni che finiscono in separazioni e con una diminuzione significativa della celebrazione di matrimoni, religiosi o civili poco importa, i termini per identificare le nuove parentele nelle famiglie allargate sono ancora spregiativi. L’Italia sarà anche un Bel Paese ma è un po’ lento, diciamo così, a scrollarsi di dosso qualche ipocrisia soprattutto in ambito etico. In Francia hanno risolto mettendo un affettuoso “belle o beau” davanti ad ogni grado delle nuove parentele emergenti: belle soeur è la sorellastra, beau père è il patrigno e così via, anche se lo scarso sforzo di fantasia dei Galli risponde al bisogno di “bont ton”, ma non troppo a quello della chiarezza dato che i nuovi termini si confondono con altri già in vigore per altri parenti, ma tanté. Gli inglesi piazzano un bel step davanti a madri, padri sorelle e fratelli non “naturali” e quindi step mother, step daughter e via così. Chiaro e inequivocabile. Ma le nonne non ci sono né qui e né là: le nonnastre sono assenti. Forse perché se le battaglie, a volte davvero crudeli, per l’assegnazione della prole nei divorzi, fossero combattute anche fra le nonne per l’assegnazione dei nipoti, sarebbero molto più sanguinose? Chissà?
La regista Simona Izzo che di famiglie allargate ha grande esperienza, propone la desinenza “igno” per identificare i nuovi parenti: papigno, mamigna, nonnigna, sorelligna e così via …. La desinenza “igno” evoca una lingua dolce, musicale che forse si accompagna meglio agli obiettivi delle nonnigne con o senza nipotigni … cosa ne dite?