Il Festival di Sanremo, piaccia o no, è una grande vetrina sul nostro mondo.
Impossibile per chi si occupa di moda non osservare tutti gli abiti che sono passati sul palco del Festival di quest’anno.
Ho potuto vedere che lo stile lingerie, già visto e stravisto, è molto in auge. Tantissime cantanti si sono esibite con reggiseni e slip che dominavano dalle trasparenze totali degli abiti. Prima tra tutte Elodie che ha interpretato con intelligenza questa tendenza, avvalorata anche dalla sua notevole presenza scenica.
Gli abiti di Chiara Ferragni erano bellissimi anche se non mi hanno particolarmente affascinato come invece ha fatto la tuta blu notte in velluto di Dior Haute Couture di Giorgia.
Non ho una particolare attrazione verso tutti questi abiti che non sono abiti ma solamente dei fourreaux trasparenti su dei corpi femminili.
Preferisco continuare ad amare la moda per lo studio stilistico dei capi e per il pazzesco e affascinante mondo dei tessuti.
E poi è arrivata lei, Carla Bruni. Inguainata in una splendida tutina vintage di Versace, indossata trent’anni prima, ha fatto dimenticare in un baleno qualsiasi trasparenza e nudità viste prima e non c’è stato più niente da fare per nessuna. Con classe estrema, eleganza e intensa femminilità non è nemmeno entrata nella mia personale classifica di chi era meglio vestita talmente era oltre.
Finito il Festival e chiuse tutte le solite polemiche si ritorna a sognare la primavera e con essa giacchine anni ‘50, pantaloni di seta fluttuanti e tanti splendidi colori.